«In Umbria crollano spesa e consumi»

Ires Cgil sui dati Istat 2018: «La contrazione è nominale e reale. Si allarga il divario fra chi può spendere e chi no. Servono azioni»

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di Mario Bravi
Presidente Ires Cgil – Umbria

In Italia, secondo i dati dell’Istat, la spesa media mensile delle famiglie nel 2018 è stata di 2.571 euro, con un flebile +0,3% (in termini nominali) sul 2017. In termini reali, anche in Italia si tratta di una contrazione di quasi un punto, perché l’inflazione nel 2018 si attestata a +1,2%. E quindi in termini reali la riduzione della spesa è stata pari a -0,9%.

In Umbria la situazione è molto più pesante del dato nazionale. Infatti, la spesa media nella nostra regione è stata pari, nel 2018 a 2.282 euro, un dato inferiore al 2017, quando la spesa media mensile per famiglia è stata pari a 2.333 euro. Quindi nella nostra regione la contrazione si è verificata sia in termini nominali che reali.

Il dato 2018 dell’Umbria mette in evidenza una spesa media familiare mensile di 288 euro in meno rispetto alla media nazionale, che corrisponde in termini percentuali a -11,2%. Nel 2017 la differenza tra il dato umbro e quello nazionale corrispondeva a -8%. Quindi anche sul versante dei consumi la nostra regione registra un peggioramento sia in termini assoluti che relativi.

Inoltre la ricerca dell’Istat mette in evidenza la contrazione della spesa per la sanità, per i viaggi e per la cultura. Differenze che si consolidano tra le famiglie che hanno più capacità di spesa e quelle che ne hanno meno abbienti. La differenza è pari a 5,1, cioè la capacità di spesa delle famiglie più ricche è cinque volte più alta delle famiglie più povere. Questo testimonia l’esigenza di una politica economica e sociale che contrasti le disuguaglianze e rilanci i consumi.

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