Inquinamento a Terni, mica solo inceneritori

Non basta far la guerra a loro. Servono interventi drastici sul traffico cittadino e il rispetto delle norme per i fumi liberati nell’aria – Il corsivo di Walter Patalocco

Condividi questo articolo su

di Walter Patalocco

Inceneritori dei rifiuti? No, grazie. I dati raccolti da Legambiente dicono che Terni è ventiduesima tra le città italiane più inquinate. Non è nemmeno ipotizzabile aggiungere altri ‘carichi’ all’aria della ‘conca’. Giova ripetersi. In una classifica delle aree più inquinate d’Italia. Gli inquinanti maggiormente consistenti sono: i fumi delle fabbriche, quelli dei forni di incenerimento rifiuti, il traffico veicolare. Cui si aggiungono le emissioni degli impianti di riscaldamento

Va poi considerato che l’inquinamento dell’aria non è il solo a preoccupare. C’è quello del terreno, ad esempio; o l’inquinamento acustico. E come la mettiamo con le acque? Come prevenire dissesti ambientali legati a volte a concause fortuite, ma che nascono pur sempre come conseguenza della noncuranza (ad esser buoni) degli uomini? Chi ricorda l’inquinamento dell’intera falda acquifera della pianura ternana avvenuto negli anni ‘80 del secolo scorso? Fu necessario chiudere i pozzi dell’acquedotto di Narni e Amelia, che pescavano nel sottosuolo di Maratta, e i pozzi vicini allo stadio rimasti lì, ancor oggi, a far da monito e come monumento della delinquenza ambientale.

Una risorsa inestimabile è stata sottratta alla comunità perché ci fu chi prendendo soldi per smaltire gli oli esausti delle acciaierie, invece di eliminarli secondo le regole, li versava in una buca nell’area industriale di Terni. Se la cavò con una multa di cinque milioni di lire. Queste erano le pene previste a quel tempo.

Non basta far la guerra agli inceneritori. Serve di impegnarsi anche su altri fronti, chiedendo interventi drastici sul traffico cittadino ad esempio; o il costante rispetto delle norme per i fumi liberati nell’aria. E ancora: combattere contro “abitudini”, noncuranze, attentati ambientali veri e propri che ancor oggi – nessuno si illuda – sono perpetrati.

Limitarsi a far la guerra agli inceneritori può significare che la molla non sia la coscienza civile, ma solo la speculazione politica di bottega. O qualcuno pensa che i fumi degli inceneritori sono più inquinanti perché a bruciare è la “mondezza”? Sarebbe come credere che un chilo di piombo pesi più di un chilo di paglia.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli