Perugia, c’è Sgarbi per l’immenso bene umbro

Inaugurato a Perugia il percorso espositivo per i 25 anni delle fondazioni bancarie dell’Umbria: «Un modo per rinascere con l’arte dopo il terremoto»

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Il logo sulla brochure non piace a Vittorio Sgarbi, che per la mostra farebbe un catalogo più grande, degno di questo nome. Ma questi sono gli unici appunti che il critico d’arte ha fatto nel suo lungo pomeriggio perugino, in occasione dell’apertura del progetto espositivo ‘Un immenso bene umbro’ allestito dalle fondazioni bancarie a Palazzo Lippi Alessandri, in corso Vannucci a Perugia (visitabile fino al 29 ottobre).

VITTORIO SGARBI: «RINASCERE CON L’ARTE», VIDEO

Sgarbi con la brochure

La battuta sul catalogo «Se è un immenso bene umbro facciamo che il catalogo sia degno di questo nome – dice Sgarbi proprio sul finire del suo intervento in Sala Notari – altrimenti il bene è immenso e il catalogo sembra un libretto per dire le preghiere a messa». La battuta è scherzosa, anche se il ‘rimprovero’ è sincero. Nessuno ha avuto il coraggio di puntualizzare sul fatto che quello in realtà fosse una semplice brochure per l’evento e che quei ‘quattro petali’ fossero in realtà una rappresentazione simbolica delle fondazioni umbre che finanziano il progetto (sei petali dorati) attorno a un nucleo verde (l’Umbria, appunto).

PARLA VITTORIO SGARBI – IL VIDEO

I 5 petali Con il suo solito stile istrionico, Sgarbi è atteso come una star nella Sala dei Notari: saluta un po’ tutti in platea, facendo battute e ricordando aneddoti. Poi la parte istituzionale: le interviste e il convegno di presentazione, moderato da Cristina Colaiacovo, Vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, con gli interventi dei rappresentanti delle altre 5 fondazioni: il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto Sergio Zinni, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello Italo Cesarotti, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Gaudenzio Bartolini, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni Luigi Carlini e il Consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto Fabrizio Figorilli.

Il progetto è stato ideato in occasione dei 25 anni dalla nascita delle fondazioni di origine bancaria. Un anniversario festeggiato con una esposizione che vuole far conoscere al pubblico quanto ciascuna di esse ha realizzato singolarmente in questo quarto di secolo, ma anche il lavoro di cooperazione che le ha viste unite in varie iniziative, a vantaggio dell’intera comunità regionale. «Uno Stato parallelo», come è stato sottolineato, in cui un privato fornisce un servizio che ricade sul pubblico. Le sei fondazione hanno stanziato complessivamente 380 milioni di euro in questi anni, impegnati nei più diversi settori: sanità pubblica, ricerca scientifica, cultura, volontariato, istruzione, sviluppo locale, assistenza agli anziani e alle fasce più deboli. 

Il ruolo delle fondazioni «Dopo la mostra ‘Da Giotto a Morandi’ (inaugurata lo scorso aprile dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia a Palazzo Baldeschi, ndr) mi pare che ci sia una specie di contagio – ha detto Sgarbi – una animazione che parte dall’Umbria e si estende ad altre città, per fare capire quanto sia importante il patrimonio delle Fondazioni. Questa mostra, che interessa solo l’Umbria e non tutta l’Italia, è particolarmente significativa in quanto propone artisti che rappresentano la grande civiltà umbra, ma qui c’è anche una consapevolezza, che forse è stata determinata da un mio spunto, di quanto sia importante far vedere questa testimonianza di supplenza rispetto a quanto lo Stato non ha fatto o non ha potuto fare».

Riscatto dopo il terremoto «Il patrimonio regionale è così ampio – dice ancora Sgarbi – che mettere insieme l’immenso bene umbro vuol dire in periodo difficile come questi, per il turismo la volontà di dire ‘non ci fermiamo, andiamo avanti’, dopo il trauma del sisma. Occorre rimuovere le macerie e il trauma del terremoto facendo risorgere quelle città, ma è assurdo che la contaminazione del movimento della terra tocchi, anche se di riflesso, città come Perugia o Gubbio o Città di Castello, capitale del rinascimento»

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