Calcio, razzismo: «Fermare giocatori»

Ferruccio Taroni, presidente Andes: «Serve ‘schema’ per valorizzare al meglio la parte sana della tifoseria»

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«Riteniamo che contro il razzismo i giocatori in campo si debbano fermare». Queste le parole di Ferruccio Taroni, presidente dell’Andes, durante il convegno tenutosi a Roma ‘La sicurezza nelle manifestazioni sportive: responsabilità a confronto’: «Bisognerebbe adottare anche uno ‘schema’ che coinvolga e valorizzi al meglio la parte sana della tifoseria, che diventa così lo strumento piu’ efficace per combattere questo fenomeno».

Terzo mandato

Nella circostanza – c’è stato il congresso – Taroni è stato rieletto per il terzo mandato. Durante il covegno spazio alla tematica riguardante la sicurezza negli stadi: presenti il vice coordinatore degli Slo in Figc Alberto Zamoni, il rappresentante della Lega Pro all’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive (a Roma anche Fabrizio Fucili, sempre dell’Onms) Tommaso Donati e Biagio Sciortino per la sicurezza degli impianti della Lega nazionale dilettanti.

Il razzismo

«Riteniamo – ha specificato Taroni – che contro il razzismo i giocatori in campo si debbano fermare. Non solo, ma per una risposta efficace si potrebbe utilizzare questo ‘schema’: i calciatori oggetto di insulti o cori si portano verso il centro del campo mentre l’arbitro ferma il gioco per cinque minuti. In quell’intervallo di tempo sia i calciatori che la parte sana dei tifosi, capitanati dagli steward, inizieranno ad applaudire, coprendo così i cori razzisti. Se gli applausi coprono i cori la società sportiva non sarà penalizzata dalla giustizia sportiva. Nel caso in cui dovessero ripetersi episodi nella stessa partita, la successiva pausa sarà di quindici minuti, con le medesime modalità. E se ci fossero ulteriori episodi, la gara sarà definitivamente fermata e recuperata a porte chiuse. Inoltre, il settore che ha dato origine al coro, se si arriva alla sospensione della gara, vedrà annullati tutti gli abbonamenti e per la gara seguente la società potrà mettere in vendita tutti i tagliandi del settore, ma con un prezzo superiore a quello solitamente riservato alle curve. Non crediamo – ha concluso – di avere la soluzione definitiva, ma chiediamo di essere almeno ascoltati nel principio: per costruire cultura serve esercitare un’azione verso la parte buona dello stadio, affinché questa alzi la voce prendendo posizione contro chi non è sportivo».

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