«C’è un trucco. Nell’atto votato a maggioranza dal consiglio comunale, ma non da noi, c’è un piccolo, ma decisivo, passaggio con il quale, di fatto, la giunta viene autorizzata alla cessione del 40% di Asm ad un socio privato». A dirlo sono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Terni, Thomas De Luca, Valentina Pococacio e Angelica Trenta, che poi fanno anche il nome del possibile nuovo socio di Asm.

Hera «Lo sguardo del Comune di Terni – dicono i consiglieri del M5S – si è spostato, da Roma alle Marche e un accordo sarebbe in fase avanzata di stesura proprio con la Marche Multiservizi una società per azioni che, però (e squadernano la relativa misura camerale; ndr) il cui socio di maggioranza è il gruppo Hera, che ne detiene il 49,5%».
Il gruppo E, infatti, basta leggere la ‘visura’ per verificare che dei 13 milioni e mezzo di euro del capitale sociale della Marche Multiservizi, quasi sei milioni e 700 mila euro sono proprio di Hera, che è di gran lunga il socio di maggioranza relativa ed ha Mauro Tiviroli come amministratore delegato della multiservizi: «Stessa cosa – dicono i consiglieri pentastellati – che avverrà a Terni quando l’operazione sarà portata a compimento».
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I debiti Secondo De Luca, Pococacio e Trenta, peraltro, «la volontà di vendere e pure in fretta, perché a quanto ci risulta le procedure sono in stato di veloce avanzamento, è motivata dalla necessità di ridurre drasticamente la mole dei debiti che gravano sul bilancio comunale e poter così avviare il piano di predissesto (il Comune, per la verità, lo definisce “procedura di riequilibrio finanziario pluriennale”; ndr) in una condizione di minor imbarazzo».
«Spregiudicati» Queste operazioni, secondo Valentina Pococacio «fanno il paio con quelle già note e messe in atto con il passaggio dei parcheggi a Terni Reti. Manovre da spregiudicati e fatte troppo in fretta, con il rischio di commettere errori che poi andranno a ricadere sui cittadini». Le gestione dell’acqua e dei rifiuti, conclude Angelica Trenta, «non possono essere affidate a dei privati che punteranno solo a fare business, senza preoccuparsi delle ricadute e senza permettere che il consiglio comunale e la gente possano esprimersi al riguardo».

Cecconi Sul tema interviene anche Marco Cecconi (FdI-An): «Le contraddittorie risposte dell’assessore Bucari all’atto di indirizzo con il quale ho chiesto che la pubblica illuminazione non venga sottratta all’Asm confermano il pressapochismo di una gestione che rischia di abbandonare l’azienda alla deriva del depauperamento e della svendita. Da un lato infatti la giunta, per bocca di Bucari, insiste almeno a parole in un percorso di esternalizzazione del servizio, tramite gara europea bla bla bla (testuale; ndr), dall’altro nel piano aziendale dell’Asm, presentato dalla stessa giunta in consiglio, la pubblica illuminazione continua ad essere ricompreso, più che giustamente, nel core business della multiservizi. Nel mezzo, un pasticciaccio di nuove imprese create ad hoc da ex notabili del partito democratico (e relativo cerchio magico) proprio per aggiudicarsi questa fetta della torta-Asm. Se questo è il percorso che dovrebbe portare all’ingresso di privati nella compagine azionaria dell’Azienda, i motivi di preoccupazione sono troppi. Non si vende un gioiello di famiglia quando alle porte ci sono i debitori e cioè quando, per dirla in altri termini, lo stato di predissesto di palazzo Spada comporta un urgente e disperato bisogno di liquidità, ovvero un disperato bisogno di fare cassa».