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Home » Discarica Le Crete, diktat della Marini

Discarica Le Crete, diktat della Marini

di Lucina Paternesi
17 Marzo 2016
in Ambiente e salute, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
La discarica 'Le Crete'

La discarica 'Le Crete'

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L.P.

Dopo la crisi politica e la fiducia incassata dalla maggioranza, la giunta Marini martedì ha portato a casa l’ok al documento di economia e finanza regionale. In una seduta fiume, che ha visto le luci accese a palazzo Cesaroni fino alle otto di sera, le opposizioni avevano presentato una gran quantità di emendamenti, tutti diretti alla risoluzione di maggioranza, dal momento che il documento è di per sé non emendabile.

Squarta
Marco Squarta

Emendamento rifiuti Ma uno in particolare ha scatenato, più di altri, le ire di maggioranza e opposizione. Quello sui rifiuti proposto dal centro destra e liste civiche e presentato in aula dal capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Squarta, un’integrazione al Defr in cui si chiede alla Giunta di impegnarsi per garantire il superamento della metodologia di smaltimento attraverso la discarica. «A tal fine – recita l’emendamento – occorre impedire ulteriori ampliamenti delle discariche esistenti, a cominciare dalla sopraelevazione del secondo calanco della discarica ‘Le Crete’, allineandosi al parere negativo espresso dal comune di Orvieto».

Le crete Orvieto Discarica1
Le Crete

Le Crete L’impianto di smaltimento di Orvieto dove, attualmente, la discarica occupa il secondo calanco nella collina dove sorge l’impianto di proprietà Acea, è ora al centro del dibattito per quella proposta di sopraelevazione e ampliamento di circa 824 mila metri cubie che, però, non ha superato l’autorizzazione d’impatto ambientale e per la posizione contraria espressa dalla stessa Soprintendenza. Contraria anche l’intera amministrazione comunale cittadina come ribadito anche davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sugli eco reati che lo scorso febbraio ha fatto tappa a Perugia e Terni oltre che a Orvieto.

Andrea Liberati
Andrea Liberati

Bagarre L’emendamento è stato ovviamente bocciato, ma la discussione che ne ha scaturita ha riscaldato non poco gli animi, soprattutto per una nuova rottura che si profilerebbe in seno al Pd, almeno tra quello orvietano e quello perugino. La posizione del sindaco orvietano è infatti stata ribadita dal consigliere Liberati che ha ricordato come Germani, ascoltato dalla commissione d’inchiesta regionale, aveva affermato di essere «politicamente contrario, ma gli uffici tecnici della regione diranno comunque sì all’ampliamento». Quello del centro destra è sembrato un emendamento molto popolare all’ex assessore all’ambiente Silvano Rometti  per cui «è facile dire di no alle discariche» ma a chiarire la posizione della giunta ci ha pensato direttamente la presidente Marini. «Nella battaglia fatta in conferenza stato regioni – ha detto – per scongiurare l’ipotesi di un nuovo inceneritore abbiamo proposto un innalzamento della raccolta differenziata, ma poi leggo di sindaci che si inventano una dilazione dei tempi», in riferimento alle proposte avanzate dal primo cittadino di Corciano Cristian Betti per cui l’obiettivo imposto dalla regione di raggiungere il 60% di differenziata sarebbe irrealizzabile entro il 2016.

Silvano Rometti
Silvano Rometti

Diktat Quello della Marini sembra dunque un vero e proprio diktat contro una zona dell’Umbria, quella compresa nel vecchio Ati4, in cui le percentuali di differenziata sono tra le più basse della regione, appena il 39%, «La discarica Le Crete ha finora servito solo l’Ati4, se si mette un altro paletto sulla discarica c’è un’unica strada, la chiusura del ciclo e la realizzazione di impianti», cioè un nuovo inceneritore, come quello già attivo a Terni o quelli presenti a Gubbio e Spoleto. Nell’ottica della giunta le discariche dovrebbero svolgere un ruolo transitorio, in attesa di aver raggiunto gli obiettivi, imposti anche dall’Europa, di raccolta differenziata. Dal momento che le altre discariche sono ormai al limite, senza un ulteriore ampliamento in cui conferire i rifiuti dell’intera Umbria, l’unica strada praticabile rimarrebbe quella di un nuovo impianto in cui bruciare rifiuti.

Raffaele Nevi
Raffaele Nevi

L’ira di Nevi «Il terzo calanco non lo aveva previsto la Regione – ha concluso la Marini – ma quella precisa giunta comunale – e il riferimento è all’ex sindaco di Orvieto Toni Concina – che oggi non c’è più. Noi lo avevamo bloccato perché avevamo colto che il terzo calanco non sarebbe stato necessario all’Umbria». «Cosa raccontiamo a una comunità locale quando, per anni, avete detto continuamente bugie? – ha incalzato il consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi – dobbiamo essere seri davanti a una comunità che, all’unanimità, si è dichiarata contraria all’ampliamento della discarica e alla quale avevate detto, in campagna elettorale, che non ci sarebbe stato alcun ampliamento. La discarica non è l’unico sistema di smaltimento dei rifiuti».

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