In valore assoluto, 22 su 1172, il numero delle persone che in Umbia hanno perso la vita sul lavoro, nel 2015, potrebbe sembrare non altissimo. Se si vuole per forza dimenticare, ovviamente, che si tratta di 22 persone che, appunto, per lavorare ci hanno rimesso la pelle. Per gli statistici, infatti, sono il 2.5% del totale.
Secondi in Italia Ma il discorso cambia se si ragiona in funzione del numero di occupati complessivi. Tanto che in questo caso – un allarme analogo era stato lanciato dalla Cgil nei mesi scorsi – l’Umbria schizza al secondo posto nella tragica classifica nazionale, con un indice di incidenza sugli occupati pari a 61. Peggio dell’Umbria ha fatto solo il Molise, dove i morti sul lavoro sono stati la metà – 11 – ma con un indice di incidenza sugli occupati pari a 110,1.
IL RIEPILOGO DELLA SITUAZIONE NAZIONALE
Le province Perugia, con i 17 casi registrati, occupa il 24simo posto (su 107) nella graduatoria – ma il decimo in assoluto – con un indice di incidenza sugli occupati pari a 63,1. Terni, invece, con i 5 casi registrati (il caso di Jacopo Fioramonti), si trova al 31simo posto, con un indice di incidenza sugli occupati pari a 56.
L’analisi I dati sono stati elaborati, prendendo come riferimento le statistiche dell’Inail, da Vega Engineering, una società di consulenza e di progettazione ingegneristica che spiega il lavoro fatto con «l’esigenza di analizzare statisticamente gli infortuni mortali sul lavoro nasce dalla necessità di individuare le circostanze che determinano gravi incidenti sul lavoro, per poter stabilire, di conseguenza, quali misure di sicurezza attuare per evitare tali eventi mortali».
L’osservatorio Istituito nel 2009, l’Osservatorio sicurezza sul savoro «raccoglie tutte le informazioni disponibili relative agli infortuni mortali sul lavoro provenienti da diverse fonti. Gli studi e le statistiche dell’Osservatorio – spiega Vega Engineering – contemplano tutti i casi di infortunio mortale sul territorio nazionale italiano, avvenuti durante l’esercizio di un’attività lavorativa, con esclusione delle morti bianche accorse durante la circolazione stradale o in itinere».