Terni, l’addio a Jacopo: «Hai donato amore»

Commovente addio al ragazzo morto sul lavoro. Il pensiero del parroco: «Preghiamo anche per il collega che era con lui»

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di F.T.

Erano davvero in tanti a Cospea per l’ultimo, straziante, saluto a Jacopo Fioramonti. Una chiesa, quella di San Giuseppe Lavoratore, gremita dai tanti amici che con lui hanno condiviso i momenti più belli della sua breve ma intensa vita e che si sono stretti ancora una volta con amore attorno alla mamma Mara, alla sorella Giada e a tutti i familiari che piangono lo sfortunato ragazzo, morto a causa di un incidente di lavoro a Nera Montoro.

L’ULTIMO APPLAUSO PER JACOPO: VIDEO

L’omelia Padre Massimo Massimi nella sua omelia ha ricordato Jacopo come un ragazzo «bravo, vivace ma sempre rispettoso, che aveva trovato la sua strada, spinto dai valori sani che lo animavano». Il parroco si è stretto attorno al dolore dei familiari, «colpiti di recente da un altro grave lutto, con la scomparsa del papà di Jacopo. E il vostro dolore è il dolore di un’intera città», ha aggiunto rivolgendosi al sindaco, presente alla cerimonia. «L’uomo è come un vaso di argilla – ha concluso padre Massimo –, un’opera d’arte al tempo stesso fragile. E per superare il dolore dobbiamo starci vicini, amarci, condurre una vita in pace con gli altri».

La chiesa di Cospea gremita

La chiesa di Cospea gremita

La preghiera per il collega Dal parroco è giunto «senza voler urtare alcuna sensibilità», anche un pensiero al collega di Jacopo, il giovane di Narni che era alla guida della moto pala che lo ha travolto e ucciso mercoledì mattina: «Credo sia giusto rivolgere una preghiera anche a questo ragazzo che porta con sé un peso e un dolore così grande». Padre Massimo ha poi donato alla mamma di Jacopo un’icona del Cristo che la donna ha posto accanto alla bara del figlio.

La lettera Particolarmente toccante la lettera letta in chiesa da un ragazzo, a nome della sorella Cristina, amica di Jacopo sin dall’infanzia e che con lui e la sua compagna, Francesca, aveva condiviso la scorsa settimana una bella vacanza a Gardaland: «Ricordo il giorno che sono venuta a vivere qui, a Cospea. Avevamo sei anni e tu mi hai accolto con il tuo sorriso e siamo cresciuti insieme, vivendo tanti momenti meravigliosi, a scuola o come quando giocavamo a palla d’estate sotto il cortile del ‘palazzone’, quando tutti dormivano. Io e te – ha scritto Cristina – non ci siamo mai persi e sono stata fortunata ad incontrarti. Perché tu eri e sei il mio migliore amico».

L’ultimo brindisi La giovane ha poi ricordato la gita fatta insieme appena una settimana fa: «Lì avevamo brindato all’amicizia e io, oggi, brindo a te e all’amore che sapevi dare a tutti, per prima la tua famiglia. Non ti dimenticherò mai». Emozionato anche il ricordo di un altro familiare: «Amavi la famiglia, sapevi essere solidale. Eri il figlio che tutti avrebbero voluto avere, ma non hai vissuto invano. Perché con i tuoi valori sei stato un esempio per tanti».

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