Perugia, Nestlé: sindacati delusi

Incontro deludente: «La fabbrica ha bisogno di investimenti concreti e di impegni certi»

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Per vedere si sono visti, ma da qui a dire che ci siano state delle novità interessanti, ce ne corre. L’incontro che si è svolto in Confindustria a Perugia, tra i sindacati e la dirigenza di Nestlé, anzi, dicono i sindacati, «non ha portato novità sostanziali rispetto alla situazione di generale preoccupazione da noi più volte sottolineata».

L’Expo «Apprezziamo la presenza del brand Perugina al prossimo Expo, cosa espressamente richiesta dalla Rsu nelle scorse settimane, ma questa non può essere la ‘strategia di rilancio’», dicono i sindacati, che poi ricordano che «a seguito di una dichiarazione di esuberi da parte di Nestlé, nell’agosto 2014, fu da noi firmato il contratto di solidarietà con il fine di scongiurare eventuali soluzioni drastiche della vicenda. Ma ora è evidente che per evitare il riproporsi in futuro della questione, la fabbrica ha bisogno di investimenti concreti e di impegni certi, ossia di un vero e proprio piano industriale, che ad oggi non riteniamo esserci».

Il rilancio La Rsu, poi, accusa: «Ci viene ricordato ad ogni occasione che la Perugina e i suoi prodotti sono strategici per Nestlé, ma quando si tratta di affrontare la questione con piani ed azioni concrete che incidano positivamente sul mercato, notiamo la scarsità di risorse atte a supportarli. Ecco perché la Rsu intende continuare a tenere alta l’attenzione sulla ‘vertenza Perugina’ con l’obiettivo di creare le condizioni per un rilancio della fabbrica, coincidente con l’incremento sensibile dei volumi produttivi».

L’iniziativa I sindacati, in sostanza, chiedono «il coinvolgimento di tutte le varie sensibilità politiche ed istituzionali del territorio e invitiamo già da ora tutta la cittadinanza all’iniziativa che si svolgerà mercoledì 11 marzo alla Sala dei Notari, alla presenza di un rappresentante del ministero dello sviluppo economico e delle altre istituzioni. Un momento di riflessione sullo stato della fabbrica e sulle sue potenzialità, tutte da ricostruire».

La Cisl Secondo il sindacato di categoria Fai e la Cisl, c’è «la necessità di intensificare la trattativa, evitando polveroni e dichiarazioni avventate che potrebbero non agevolare una risoluzione della questione. Per la Cisl e la Fai Cisl, infatti, si tratta di una trattativa complessa e, per questo, bisognosa della massima considerazione e sostegno.
Questo affinché si possano perseguire i risultati che interessano il sindacato: la certezza di una produzione di qualità, la stabilizzazione e, se possibile, l’incremento dell’occupazione. A tal proposito la Cisl ha già segnalato nelle produzioni dei caffè monodose, che richiamano l’Italian sounding, una delle possibili strade da intraprendere per raggiungere gli obiettivi del consolidamento della produzione e della stabilizzazione del lavoro».

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