Ad uno come lui che di Facebook se ne intende – e che lo aveva usato sia per ‘punzecchiare’ che per pubblicare in anteprima la lettera delle proprie dimissioni – la cosa non poteva sfuggire. Un post pubblicato dal profilo ufficiale della Regione Umbria, in replica al commento di un utente, che sembra piuttosto ‘di parte’ e su cui, ora, l’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini vuole vederci chiaro. Intanto la Regione, sempre attraverso lo stesso profilo social, fa sapere di aver attivato «un’indagine interna per una scrupolosa verifica di quanto accaduto».

Botta e risposta Ad aumentare il voltaggio, nel clima elettrico di questi giorni, ci ha pensato così una mano ‘anonima’, almeno per il momento, ma autorevole visto che scrive – o almeno ne ha la facoltà – in nome e per conto della Regione. Il botta è risposta, legato ad un’intervista rilasciata da Catiuscia Marini ad una tv locale, è partito da un utente anti-Barberini – «[…] lo sanno anche le pietre che l’innovatore (Barberini, ndR) voleva portare a casa due bei soldatini per curare le vostre clientele e il giochino non gli è riuscito. E mo’ rosica» – a cui ha replicato un altro ‘pro’ – «Non la conosco ma ugualmente le consiglio di non mettere in dubbio l’onestà e la correttezza morale di Luca Barberini. Prima di farlo, cerchi di conoscere le persone e non esprima giudizi tanto per farlo.
Il post dello scandalo E’ a quel punto che, in evidente continuità con il primo post – pubblicato con nome e cognome, chissà se autentici – è arrivata la discussa, e discutibile, risposta a nome della Regione: «Nemmeno io la conosco, ma a parte il folclore del mio dire, la sostanza della mia affermazione sta scritta su tutti i giornali… dunque non ho espresso alcun giudizio ma ho semplicemente riproposto una verità che conosco anche le pietre, salvo lei signor…».
«Basito» Normale che all’ex assessore alla sanità sia saltata la mosca al naso: «Chi gestisce il profilo Facebook ufficiale della Regione Umbria? E soprattutto: come può egli fare valutazioni politiche e denigrare cittadini che si permettono di difendere persona e operato di un esponente politico? Forse è il caso di fare una verifica a tutela dell’immagine e della credibilità delle istituzioni umbre
e della libertà di espressione dei cittadini. Tutto ciò mi lascia basito, perplesso e preoccupato e non posso far finta di nulla. È davvero sorprendente – aggiunge Barberini – che un ente pubblico parli in prima persona, che si permetta di replicare usando certi toni e di attaccare l’operato di un consigliere regionale, già assessore, dunque un uomo delle istituzioni, facendo ricostruzioni parziali dei fatti».
La puntualizzazione Alla polemica social prova a metterci una pietra sopra direttamente la Regione, attraverso lo stesso profilo Facebook ‘sfuggito di mano’: «La redazione che gestisce il profilo diffida chiunque dall’utilizzare in maniera scorretta il logo della Regione Umbria ed il profilo istituzionale. Lo spiacevole episodio cui fa riferimento il consigliere regionale Luca Barberini era già stato notato dalla redazione nella serata di ieri e si era provveduto alla cancellazione del falso post. Tra l’altro si fa notare che si trattava di un commento e il profilo istituzionale non effettua commenti, se non in risposta a domande dirette dei cittadini. Nel frattempo sono state modificate tutte le credenziali di accesso per evitare ulteriori utilizzi scorretti e non autorizzati ed è stata immediatamente avviata una indagine interna per una scrupolosa verifica di quanto accaduto e per garantire la massima sicurezza dell’utilizzo del social media istituzionali della Regione Umbria. Inoltre, si segnala che già in passato sono stati rilevati degli episodi attribuiti a dei fake».