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Strage di Bologna, dove il tempo è fermo

di Marco Torricelli
3 Agosto 2015
in Attualità
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Sergio Secci

Sergio Secci

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L'orologio della stazione di Bologna
L’orologio della stazione di Bologna

L’orologio segna le dieci e venticinque. Da 35 anni. Dal 2 agosto del 1980, quando una bomba fece a brandelli quasi 300 persone. Ammazzandone 85 e ferendone più o meno gravemente oltre 200. L’orologio è quello della stazione di Bologna.

Le vittime A perdere la vita o, peggio, ad esserne derubati in maniera criminale, furono 77 italiani, tre tedeschi, due inglesi, uno spagnolo, un francese e un giapponese. La più giovane delle vittime (Angela Fresu) aveva tre anni, il più anziano (Antonio Montanari) 86. Proprio ad Angela è dedicato un film – ‘La linea gialla’ – che verrà proiettato in serata, dopo un concerto previsto in piazza Maggiore, e realizzato a cura di due giornalisti de La Repubblica: Aldo Balzanelli e Emilio Marrese.

LE IMMAGINI DELLA STRAGE E DI SERGIO SECCI

Sergio Secci
Sergio Secci

Sergio Secci In quella stazione, quel 2 agosto, a bordo di un treno c’era anche un ragazzo di Terni, Sergio Secci. Che oggi avrebbe 59 anni. Ma che, invece, non ne ha mai avuti 25. Perché venne investito in pieno dall’esplosione e morì cinque giorni dopo, al termine di una straziante agonia. A 24 anni.

Vita rubata Sergio, a cui anni dopo Umberto Eco – che era stato suo insegnante proprio al Dams di Bologna – avrebbe dedicato uno struggente ricordo, credeva quel giorno di andare incontro alla vita; ad un lavoro a Bolzano, dov’era diretto; invece su quel treno, in quella stazione della città che tanto amava, gli assassini gli avevano fissato un appuntamento con una morte orribile.

Lidia Secci
Lidia Secci

Il ricordo Come ogni anno Bologna ricorda quel giorno e come ogni anno Lidia Secci, la mamma di Sergio, sarà lì: accompagnata da due amici, sabato pomeriggio ha raggiunto il capoluogo emiliano per assistere alla cerimonia – ci sarà anche una delegazione del Comune di Terni – ma non rimarrà fino alla sera. «Mi accontento», dice la 91enne Lidia con quel sorriso buono e triste con il quale ti accoglie sempre. E con quel sorriso, che diventa più dolce quando parla di lui, Lidia ha accettato di raccontare a umbriaOn chi era Sergio e come sono passati questi 35 anni senza di lui. Ma ‘per’ lui, nella ricerca di quella verità troppo spesso travisata, mascherata, negata e tradita. Come furono tradite e depredate del diritto di vivere le 85 vittime di quei 23 chili di esplosivo.

L’INTERVISTA A LIDIA SECCI

Torquato Secci, a sinistra, padre di Sergio
Torquato Secci, a sinistra, padre di Sergio

La strage Quello della stazione di Bologna viene definito come il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra e come uno degli ultimi atti della così detta ‘strategia della tensione’. Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), tra cui Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.

La ricerca della verità I mandanti di quella carneficina, invece ed anche a causa dei depistaggi subìti dalle indagini, sono sempre rimasti sconosciuti, anche se l’associazione dei familiari delle vittime – di cui per anni è stato presidente Torquato Secci, il papà di Sergio, che se n’è andato nel 1996 dopo 16 anni di impegno strenuo nel nome del figlio e di quanti come lui persero la vita o l’ebbero rovinata quel giorno – è stata sempre implacabile nel ricercare la verità.

Sergio Secci
Sergio Secci

A Terni Un’occasione per ricordare Sergio Secci sarà anche quella in programma lunedì sera – alle 20,45 al campo scuola ‘Casagrande’ e organizzata dall’Amatori podistica Terni – che dedicherà proprio a lui il consueto ‘Run & Walk by Night’: «Questa iniziativa, chiaramente approvata dalla signora Lidia Secci madre di Sergio – spiega l’associazione – è l’ennesimo impegno che vede coinvolta l’Amatori podistica e non solo, poiché a tale evento sarà gradita la partecipazione di tutti i gruppi sportivi podistici ternani e di chiunque abbia voglia di fare una corsetta o una camminata in compagnia omaggiando al contempo la memoria dello sfortunato Sergio».

La presidente Marini «2 agosto 1980 strage alla stazione di Bologna. Noi non dimentichiamo. E ricordiamo Sergio Secci, un ragazzo di Terni di appena 24 anni morto nella strage. La memoria come misura della storia civile e nazionale ma anche come impegno per difendere le istituzioni democratiche», ha scritto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel suo profilo Facebook. «Torquato Secci, padre di Sergio dal giorno della strage ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della verità e delle responsabilità. Fu fondatore e primo presidente, fino alla sua morte, dell’associazione dei familiari delle vittime. Un’associazione voluta anche per tenere sempre alta l’attenzione sulla strage e ottenere, con ogni tipo di iniziativa, la giustizia dovuta. Opera nella quale è stato sempre sostenuto dalla moglie, signora Lidia, che ancora oggi con il suo alto senso civico ci testimonia la sua straordinaria personalità. A lei oggi va il mio affettuoso abbraccio».

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