Terni, la Cisl: «Perché bisogna salvare Isrim»

Per il segretario regionale della Femca non si deve «disperdere un patrimonio»

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di Fabrizio Framarini

Segretario generale della Femca Cisl Umbria

Ci siamo, la scadenza, quella vera, quella che segnerà inevitabilmente uno spartiacque potrebbe arrivare tra pochi giorni.

Ai primi di febbraio, in assenza di altre notizie infatti, il cordone ombelicale che lega, per mezzo della cassa integrazione in deroga, ancora i 27 dipendenti alla società potrebbe recidersi definitivamente.

Lo sforzo del Comune di Terni attraverso la partecipata Asm , anche se lodevole, non basta.

Serve uno scatto, ma uno scatto vero. Un indicazione chiara precisa ma soprattutto misurabile, che faccia capire bene le reali intenzioni e la volontà della Regione.

Se c’è la volontà, bisogna quindi esporsi con tutti i mezzi per far si che a Terni nasca un centro di ricerca regionale, senza se e senza ma.

La scorsa settimana, nell’intervento presso il consiglio regionale, sono state ancora una volta illustrate a tutti i gruppi consiliari le vicissitudini che hanno condotto Isrim dov’è ora; compresi, è bene ricordarlo, gli ultimi due anni di gestione diretta di Sviluppumbria.

Siccome quindi, dal ritorno in mano totalmente pubblica, di tempo ce n’è stato, non è il caso di perderne ancora!

Nel corso degli anni infatti, Isrim è stata un azienda che ha depositato diversi brevetti, che con il progetto ‘Kolisoon’ è stata premiata a livello europeo e che è stata depositaria di diversi accreditamenti anche presso diversi ministeri; non può quindi veder fallire miseramente la sua storia. Le competenze acquisite vanno preservate.

Bisogna trovare il modo di non disperdere questo patrimonio che non è solo della città di Terni, ma di tutta l’Umbria.
Serve allora avviare un nuovo progetto dove la fase di start up parta per mano pubblica pubblica per poi cercare partners privati seri e motivati.

Speriamo che i contatti registrati in questi ultimi giorni producano buoni risultati. Anche perché in assenza di una soluzione seria e credibile, prima della scadenza dei termini, come già fatto lo scorso luglio, i lavoratori chiederanno che venga applicata la mobilità del personale nelle società partecipate, così come specificato e previsto nella legge di stabilità.

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