250 mila umbri pronti a dire addio allo Spid

Lo strumento informatico della pubblica amministrazione sarà sostituito da IT Wallet

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di Giovanni Cardarello

La pandemia da Covid-19, tra i tanti effetti negativi, ne ha avuto uno paradossalmente (ma non troppo) positivo. L’effetto di accelerare la diffusione dell’uso dei servizi online. Un fattore che per eccesso di prudenza, anzianità della popolazione, scarsa alfabetizzazione informatica e, ovviamente, anche per infrastrutture non sempre all’altezza, era stato rallentato (se non rinviato) di anno in anno. Basta scorrere il sito ufficiale dell’Agid o del dipartimento della presidenza del Consiglio dedicato al tema, per trovare almeno 4-5 piani straordinari per la diffusione della cultura digitale nel Paese. Alla fine, come spesso accade, è stata l’emergenza l’acceleratore virtuoso del processo.

Processo che per completarsi ha utilizzato un vettore principale, soprattutto nella diffusione dei servizi online afferenti alla pubblica amministrazione. Quelli che durante la pandemia hanno dovuto giocoforza ridimensionare l’erogazione in presenza. Questo vettore è stato lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale. Parliamo dello strumento erogato da diversi provider, tra cui il principale è Poste Italiane, che solo nel territorio della Regione Umbria è finito negli smartphone di 250 mila cittadini. Se consideriamo che la popolazione complessiva del territorio è di 854.378 abitanti e che, di questi, circa 660 mila sono maggiorenni, ci rendiamo conto che quasi il 40% della popolazione usa lo Spid con regolarità.

Spid che però, alla stregua della Cie, la carta di identità elettronica, l’altro grande strumento utilizzato per l’erogazione dei servizi online, ben presto andrà in soffitta. Come annunciato dal ministro Alberto Zangrillo, infatti, alla fine del 2024 e con l’obiettivo di essere a regime entro la fine del 2025, Spid, Cie ma a seguire anche patente di guida, tessera sanitaria, tessera elettorale e passaporto verranno ricompresi nel cosiddetto IT Wallet.

IT Wallet è l’acronimo di ‘portafoglio Italia’ e non è altro che uno sviluppo della già rodatissima IO, l’applicazione gratuita sviluppata e gestita dalla società pubblica PagoPA Spa con lo scopo di integrare al suo interno tutti i servizi pubblici e il dialogo tra cittadino e amministrazione pubblica. Il passaggio avverrà in maniera graduale. Da settembre a dicembre 2024 sarà avviata la fase di sperimentazione, da dicembre a marzo 2025 i primi rilasci e poi la repentina eliminazione dello Spid e le successive integrazioni con gli altri documenti.

Ma attenzione: il processo virtuoso dello Spid non verrà azzerato o cancellato, i suoi dati e le sue funzioni verranno inseriti in IT Wallet. Lo scopo ultimo è quello di avere un unico strumento a disposizione, di abolire nel tempo i tanti documenti plastificati (con chip e senza) che abbiamo in tasca e avviare l’integrazione europea anche a livello di totale interoperabilità. Soprattutto nel rilascio degli stessi.

IT Wallet avrà due partizioni. Una totalmente pubblica con all’interno tutti i dati presenti nei documenti già citati: con un unico accesso, un unico pin e un unico codice di verifica si potrà accedere ad ogni singolo servizio pubblico. Compresi quelli oggi erogati solo con Spid e Cie. E poi una seconda partizione privata appannaggio delle aziende che vorranno utilizzarla. Pensiamo ad esempio ai vari Cup regionali che spesso si appoggiano a Spa private per la gestione del servizio.

IT Wallet sarà totalmente compatibile con smartphone, tablet ed ogni tipologia di device in grado di supportare le applicazioni (per paradosso anche le smart-TV) e sarà disponibile sia per Android che per il mondo iOS. Una vera e propria rivoluzione informatica, ma in forma dolce e meno ‘violenta’ di quella resa obbligatoria della pandemia. Una rivoluzione che, come accennato, investirà almeno 250 mila cittadini umbri per dipanarsi in breve tempo a tutta la popolazione della Regione. Conviene farsi trovare preparati.

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