di Giovanni Cardarello
«Come sempre zero informazioni a bordo se non un banale ‘il treno è fermo a…». E ancora, «Persone (scritto in maiuscolo per rafforzare il concetto, ndR) desiderose di sapere quanto meno l’entità del guasto ed una stima approssimativa del ritardo». Per non tacere della cronaca delle azioni pratiche: «Un capotreno invitato da noi passeggeri a contattare la sala di controllo in modo perentorio, in qualità di responsabile di quel treno e quei passeggeri, alcuni dei quali iniziavano a dare cedimenti causa assenza di aria condizionata in alcuni convogli, senza ‘scorte’ di acqua perché non si poteva di certo immaginare l’ennesima sciagura».
È il nuovo, ennesimo, infinito, ‘cahiers de doléances’ dei pendolari umbri che, per studio o lavoro, sono costretti a viaggiare quotidianamente da e per Roma. Come se fosse una gita di piacere. Un rosario quotidiano di disagi, ore di vita perse, treni costantemente deviati sulla linea lenta (LL), con aggravio dei tempi di percorrenza e senza mezzo conforto sia in termini di rimborsi economici che di scuse o, semplicemente, di bottiglie di acqua per evitare i malori.
Uno stato di cose che è facile raccogliere sulle diverse pagine Facebook dedicata al tema e che, parte della politica, ha iniziato a prendere in seria considerazione. Il disagio è grande, riguarda 25 mila persone e le rispettive famiglie. Ma il problema è talmente grande e incancrenito che, anche nel giorno in cui RFI e Ferrovie dello Stato hanno ricevuto una delegazione di sindaci di Umbria, Lazio e Toscana, il servizio resta scadente come al solito. Non si riesce nemmeno a nascondere la polvere sotto il tappeto.
E i guai non finiscono qui. Sì, perché al netto delle rassicurazioni, e dell’idea di spostare i nuovi treni acquistati dalla Regione Umbria sulla tratta dedicata all’alta velocità, quello che aspetta i pendolari ad agosto, e poi a dicembre, è affatto roseo e tutto da declinare. Partiamo da agosto, precisamente dal 6 agosto, quando, come spiega ‘Il Messaggero Umbria‘, partono i lavori sulla tratta tra Foligno e Terni. La tratta dei pendolari da e per Roma, la tratta per chi va verso il mare: Civitanova, Porto Recanati, Ancona e dintorni.
I lavori dovrebbero svolgersi dal 6 agosto al 6 settembre quando la «linea sarà interrotta per interventi di realizzazione del nuovo sistema Ertms (un sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario e il relativo segnalamento a bordo)». Ad oggi il piano di Trenitalia per ridurre i disagi è ignoto, di sicuro si moltiplicheranno i bus sostitutivi con tutto ciò che comporta. Nello stesso periodo l’interruzione interesserà anche il binario pari tra Orte e Terni: cosa succede all’alta velocità? E anche qui non è ancora dato sapere cosa attende i pendolari.
Ma non solo. Sempre dal 6 agosto al 6 settembre sono in cantiere i lavori del raddoppio della Ancona-Orte tra Fabriano e Castelplanio. Un fatto che lascia immaginare un grande ricorso ai bus sostitutivi da Foligno per Ancona e per Roma, per chi usa la tratta. E infine, sempre secondo quanto riferisce ‘Il Messaggero‘, ci sono i lavori della ex Ferrovia Centrale Umbra, lavori per i quali è previsto, fino al 7 settembre, «lo stop dei treni da Città di Castello a Ponte San Giovanni e la stazione di Perugia Sant’Anna». Anche qui bus sostitutivi a gogo.
In sostanza, esclusa la tratta Foligno-Terentola, disagi su ogni linea regionale e interregionale che non sia alta velocità (e non è detto). ‘Cortigiani, vil razza dannata, Per qual prezzo vendeste il mio bene?’ urlava Rigoletto nella maestosa opera di Giuseppe Verdi, un verso che una mano ignota ha postato su una delle pagine Facebook dedicata all’odissea dei pendolari sostituendo la parola ‘Cortigiani’ con ‘FS’. Anche se a conti fatti i dannati, purtroppo, restano sempre e solo da decenni i pendolari. Pendolari che però questa volta si faranno sentire, e non poco.
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