L.P.
Giornalismo come partecipazione, giornalismo come condivisione. Con il motto ‘Come and join us’ lunedì mattina all’hotel Brufani di Perugia è stata presentata la decima edizione del Festival internazionale del giornalismo che si terrà tra meno di un mese, dal 6 al 10 aprile prossimi.
La presentazione «Il festival può esistere solo a Perugia. – ha esordito Arianna Ciccone, l’ideatrice dell’evento che ogni anno richiama in città tantissime persone da tutto il mondo – In un momento di crisi dell’editoria come questo – e il riferimento è alla vicenda che ha visto protagonisti i giornalisti del Giornale dell’Umbria – questo appuntamento può rappresentare un’occasione di riflessione sul professionista di questo mestiere». Per mettere a tacere le polemiche degli anni scorsi, la Ciccone ha ribadito sin da subito che fuori da Perugia questo festival non esiste e ha confermato la partnership con la Regione Umbria per la quale è stato realizzato un racconto digitale del territorio e delle sue bellezze, visibili sul sito internet umbria.festivaldelgiornalismo.com.«Il Festival del giornalismo rappresenta un appuntamento rilevantissimo, di grande prestigio ed autorevolezza per la città di Perugia per tutta l’Umbria. Per questo come Regione lo sosteniamo con forza e convinzione», è la conferma della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Il cartellone Cinque giorni, oltre 200 eventi e 500 speaker da più di 30 diversi paesi, tutto ad ingresso libero e in diretta streaming sul sito del festival. Perugia è la capitale internazionale del giornalismo ponendo, per il decimo anno consecutivo, una riflessione, oltremodo necessaria e bisognosa, sul futuro di uno dei mestieri più affascinanti di sempre. In una circostanza temporanea in cui il modello di business non appare ma è effettivamente in crisi e in cui Fact-checking, data journalism, explanatory journalism assieme a video e mobile mettono a dura prova i quotidiani cartacei, durante il festival si proverà a tracciare una mappa dei nuovi orizzonti del giornalismo. Ultimo, solo in ordine temporale, il suo potere di cambiare le cose di cui il film Spotlight è un esempio tangibile.
Volontari Come ogni anno i volontari del festival, un vero e proprio esercito, arriveranno in massa da tutto il mondo. Quasi 200 giovani, romantici e appassionati, si trasferiranno per una settimana a Perugia per aiutare lo staff e sentirsi parte di un grande evento, unico nel suo genere. Oltre ai vecchi e consolidati sponsor come Google, Nestlé e Sky, da quest’anno è attiva anche la partnership con Twitter e Flair Media Consultancy, main sponsor Amazon e Eni.In collaborazione con il Comune di Perugia, invece, l’installazione dell’artista Davide Dormino ‘Anything to say?’, una scultura di bronzo che ritrae a grandezza naturale Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning. Tre eroi contemporanei che hanno avuto il coraggio di dire no all’intrusione della sorveglianza globale, e una sedia vuota per invitare il pubblico a prendere simbolicamente posizione al fianco delle tre figure. Dopo il tour europeo, per la prima volta l’installazione sarà visibile in piazza IV Novembre a Perugia per tutta la durata del festival.
Dal mondo Vastissimo il programma di incontri e appuntamenti, come la talk dedicata al futuro del social network che ha cambiato il modo di fare informazione nel mondo, Twitter e che sarà argomentata dal vice presidente media per Europa e Africa della compagnia Mark Little. Largo alle nuove frontiere della tecnologia e, soprattutto, spazio agli hackers con una serie di workshop specifici sul filone del data journalism e l’analisi delle fonti. Spazio anche alle guerre e alle migrazioni, con numerosi approfondimenti sulla Siria e l’Isis ma anche sul Ghana con l’incontro in programma con Anas Aremeyaw, il giornalista investigativo che, sotto copertura, combatte contro la corruzione e per i diritti umani. E poi ancora come raccontare la guerra, la crisi dei rifugiati, le mutilazioni genitali femminili, la libertà d’informazione in Russia e il giornalismo d’inchiesta oltre oceano.
Dall’Italia Sul fronte nostrano l’ospite forse più attesa è Franca Leosini che, con il suo programma su Rai3 ‘Storie Maledette’ fornisce un punto di vista diverso per raccontare i più atroci delitti di cronaca nera. Si parlerà anche di sessualità e dello stato dell’arte del giornalismo italiano, sarà possibile conoscere la storia di San Pietro attraverso il racconto di Alberto Angela e poi gli appuntamenti serali con le grandi firme del giornalismo nostrano. Al Morlacchi calcheranno il palcoscenico personaggi del calibro di Fulvio Abbate, Marco Travaglio, Lirio Abbate e i suoi ‘Morti di mafia’, ma anche Beppe Severgnini, Diego Bianchi in arte ‘Zoro’e il musicista rap Fedez.
Documentari Un’intera sezione del festival è poi dedicata ai documentari d’inchiesta che spesso fanno fatica a trovare posto nei palinsesti delle televisioni. Da ‘How to change the world’, il pluripremiato film sulle origini e la storia di Greenpeace alle serie televisive prodotte da Amazon, dal lungometraggio di Alessandro Gassman sulla vita e le speranze degli artisti siriani rifugiati in Libano fino all’atroce storia di Aaron Swartz, un genio prodigio della programmazione che si è suicidato all’età di 26 anni.