di F.T.
Da ‘sporco’ a ‘trasparente’, per l’acciaio di Ast – al centro di inchieste per presunte truffe ai danni dell’azienda di viale Brin – non c’รจ pace. Dopo quelle che hanno portato alla luce una serie di furti dal centro di finitura di vocabolo Sabbione (‘acciaio d’oro’) e conferimenti di materiale ferroso scadente – spacciatoย per ottimo – presso il parco rottami (‘acciaio sporco’), ora รจ la volta delle consegne di rottami effettuate solo sulla carta, in realtร mai avvenute.
‘ACCIAIO SPORCO’, IL VIDEO DELLE INTERCETTAZIONI

Diciotto indagati L’indagine – mai emersa finora – รจ condotta dalla procura di Terni in sinergia con il Corpo forestale dello Stato ed รจ riferita a fatti che sarebbero avvenuti fra il maggio del 2014 e il febbraio del 2015. Diciotto le persone che sarebbero indagate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di Ast, per un danno stimato complessivamente in quasi un milione di euro.
‘ACCIAIO D’ORO’, IL VIDEO DELL’OPERAZIONE

L’inizio L’indagine prende le mosse dalle verifiche effettuate in seguito ad ‘acciaio d’oro’, altra operazione nata sull’asse Forestale-Procura, scattata nel febbraio del 2015 e che vede indagate sette persone, sei delle quali per il reato di furto in concorso. Dall’analisi delle carte acquisite nel tempo dagli inquirenti sarebbero emersi decine di falsi trasporti di rottame, fatturati e pagati dall’azienda, ma in realtร mai effettuati.
‘ACCIAIO SPORCO’, SPIONAGGIO E VELENI

Acciaio ‘trasparente’ Un ‘sistema’ che per gli inquirenti – l’indagine non รจ ancora conclusa – si sarebbe avvalso della compiacenza di diversi dipendenti dell’acciaieria: personale della vigilanza interna, ‘classificatori’ – ovvero coloro che valutano la qualitร del materiale in entrata – e non solo. Fra gli indagati ci sarebbero anche titolari e impiegati di imprese esterne che avrebbero operato per ‘alimentare’ e gestire il raggiro. Alcuni dei nomi, una minima parte fra i diciotto, figurerebbero nelle indagini giร emerse in passato, ma nella maggioranza dei casi si tratterebbe di persone completamente ‘nuove’.
‘ACCIAIO SPORCO’, PRIME AMMISSIONI
La truffa Secondo gli investigatori, l’azienda di viale Brin avrebbe pagato fior di quattrini per consegne di rottami inesistenti, inserite nel sistema informativo aziendale Sap e falsamente certificate. I camion, carichi di materiale, non sarebbero perรฒ mai giunti a Terni. L’inchiesta, come accennato, รจ tuttora aperta e non รจ escluso che da qui alla conclusione, alcuni dei coinvolti possano vedere la propria posizione archiviata o, viceversa, altri possano finire dentro il ‘calderone’ dell’ennesima truffa smascherata.