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Home » Elezioni nelle Province: a Terni FI si divide

Elezioni nelle Province: a Terni FI si divide

di Marco Torricelli
20 Dicembre 2016
in Dal territorio, In evidenza, Politica, Riforma Province
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Le sedi delle Province

Le sedi delle Province

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Sono scaduti a mezzogiorno di oggi i termini per la presentazione delle liste e dei candidati alla presidenza della Provincia di Terni e quelle dei candidati per il solo consiglio della Provincia di Perugia, in vista delle elezioni dell’8 gennaio prossimo.

Perugia Due le liste di candidati: ‘Provincia Democratica Riformista‘ – candidati Domenico Barone (consigliere Spello), Roberto Bertini (consigliere Marsciano), Erika Borghesi (consigliere Perugia), Maria Pia Bruscolotti (sindaco Massa Martana), Stefano Ciuffini (consigliere Bettona), Mario Damiani (consigliere Deruta), Gino Emili (sindaco Cascia), Roberto Ferricelli (sindaco Piegaro), Paolo Fratini (sindaco San Giustino), Federico Masciolini (consigliere Assisi), Massimiliano Presciutti (sindaco Gualdo Tadino) e Jacopo Solfati (consigliere Trevi); ‘Provincia Libera‘ – candidati Elisa Cacciamani (consigliere Nocera Umbra), Virginio Caparvi (consigliere Nocera Umbra), Riccardo Meloni (consigliere Foligno), Silvia Minelli (consigliere Gualdo Tadino), Enea Paladino (consigliere Citerna) e Massimo Perari (consigliere Perugia). Si voterà per il rinnovo del solo consiglio provinciale. Il presidente, invece, potrà completare il mandato alla scadenza dei quattro anni previsti dalla normativa vigente.

Terni Qui si è assistito ad una clamorosa spaccatura nel dentro destra, che invece di presentarsi con una lista unica si è diviso in due, con Forza Italia e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale da una parte ed il resto del centro destra dell’altra. All’ufficio elettorale sono state depositate due candidature alla presidenza: quella di Giampiero Lattanzi, sindaco di Guardea e presidente in carica (dopo le dimissioni di Leopoldo Di Girolamo), e di Laura Pernazza, sindaco di Amelia. Tre invece le liste consegnate per il consiglio provinciale, che sono, in ordine cronologico di presentazione: ‘Provincia Civica‘ – candidati Mario Canneori (consigliere Montecchio), Francesco Maria Ferranti (consigliere Terni), Francesca Fiorucci (consigliera Calvi dell’Umbria), Riccardo Nucci (consigliere San Venanzo), Leonardo Pimpinelli (consigliere Amelia); ‘Progetto Civico‘ – candidati Sabina Accorroni (consigliera Montecastrilli), Alessandro Fani (consigliere Otricoli), Stefano Olimpieri (consigliere Orvieto), Gianpaolo Paglialunga (vice sindaco di Castel Giorgio), Nicola Zappitello (consigliere Castel Viscardo): ‘Democratici, progressisti e riformisti per la nuova area vasta di Terni’ – candidati: Renato Bartolini (consigliere Terni), Elisabetta Corbucci (consigliera Stroncone), Giuseppe Germani (sindaco di Orvieto), Leonardo Grimani (sindaco di San Gemini), Federico Novelli (consigliere Narni), Valdimiro Orsini (consigliere Terni), Sandro Piccinini (consigliere Terni), Marco Rosati (consigliere Giove), Sandro Spaccasassi (vice sindaco Calvi dell’Umbria), Isabella Tedeschini (assessore Parrano).

Le manovre Se il centro sinistra voterà compatto, Lattanzi non avrà problemi ad essere confermato alla presidenza, ma c’è chi dice che la spaccatura ‘ufficiale’ del centro destra (che peraltro potrebbe avere ripercussioni nelle prossime elezioni comunali di Narni) potrebbe spingere una parte del centro sinistra a spostare le proprie preferenze verso la sindaco di Amelia. Con tutte le conseguenze del caso, dopo l’8 gennaio.

Nevi Durissimo il commento del presidente del gruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi: «Solo degli irresponsabili possono spaccare il centro destra per le elezioni della Provincia». Dentro quel partito, probabilmente, gli auguri di Natale si incroceranno con chiarimenti a brutto muso.

Ferranti Ma il presidente del gruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Terni, minimizza: «Le liste che appoggiavano Crescimbeni o Melasecche (alle ultime elezioni per il disco; ndr) erano diverse, ma tutte con stesso fine. Anche oggi Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno firmato per sostenere Laura Pernazza presidente e le liste civiche hanno firmato per Pernazza presidente, quindi tutti sosteniamo stessa linea e stesso presidente e non esiste alcuna spaccatura». Forse Nevi ha capito male?

Laura Pernazza Nella serata di lunedì il primo cittadino di Amelia, candidato del centrodestra per lo scranno di palazzo Bazzani, ha diffuso una nota: «Desidero ringraziare gli eletti che hanno sostenuto la mia candidatura a presidente della Provincia di Terni – afferma -. Sono felice che sulla mia persona ci sia stata piena convergenza a cominciare dai sindaci e dai consiglieri comunali appartenenti ai partiti del centrodestra ma anche dai rappresentanti istituzionali appartenenti ai movimenti civici. Mi dispiace per ciò che è successo relativamente alle liste che concorreranno per il consiglio provinciale. Mi preme soffermarmi sul fatto che il centrodestra per avere un futuro ricco di successi non possa prescindere dall’unitarietà e per questo mi spenderò sin da subito in prima persona».

Rifondazione comunista Enrico Flamini, segretario regionale del partito, sottolinea che «le elezioni cadono all’indomani della sonora bocciatura inferta al governo Renzi dai cittadini al referendum. Tra le altre proposte contenute nella “riforma” bocciata dagli italiani c’era pure l’elezione di secondo grado del Senato. In effetti nella proposta del governo il Senato non sarebbe stato abolito, ma sarebbero stati i consiglieri regionali ad eleggere se stessi come senatori. Ecco, questo già accade e accadrà per le Province: saranno i consiglieri comunali delle rispettive province a votare se stessi. L’unica cosa certa è quindi che, nonostante le importanti funzioni che le province continuano ad avere, i cittadini non possono più votare per i propri rappresentanti. Nessuno sa niente. Siamo di fronte al fallimento della ‘legge Delrio’. Le sue origini stanno nell’iniziativa di un ministro e di un governo che hanno mandato all’aria sistemi organizzativi di funzioni gestite da un livello istituzionale, sacrificato in nome del populismo, ma senza riuscire nemmeno lontanamente a ridurre la spesa pubblica e migliorare i servizi, come pure era stato propagandato. Gli effetti ottenuti sono esattamente all’opposto: le province continuano a svolgere funzioni importanti, ma i cittadini non possono più votare. Basti pensare alla situazione del terremoto, della viabilità e delle scuole. Siamo oramai al caos istituzionale. In tutto questo la Regione dell’Umbria, la Presidente Marini, la sua giunta e la maggioranza che la sostiene hanno delle responsabilità enormi, in primis quelle di non aver mosso un dito con il governo per evitare questo disastro. Questi sono i risultati di chi, come Renzi e il Pd, hanno favorito l’antipolitica, questi sono i risultati del monocolore Pd in Umbria».

La Lega Nord «La scelta – il commento del partito – di partecipare alla presentazione della lista ‘Progetto civico’ per le elezioni provinciali, è stata dettata dalla natura stessa di un partito legato al territorio, alla sue problematiche e alla rappresentatività dei piccoli comuni. Per questo motivo, abbiamo deciso di essere presenti insieme alle liste civiche della provincia che, come noi, ben rappresentano queste esigenze. Come presidente della Provincia abbiamo deciso di sostenere Laura Pernazza».

Le donne del Pd: «Occasione mancata» In una nota, le democratiche della Provincia di Terni parlano di « un’occasione mancata, due donne su dieci candidati può dirsi senza dubbio una scelta poco edificante per un partito che fa della parità di genere un suo principio fondamentale e rappresenta una delusione ed una sconfitta per tutte le amministratrici che ogni giorno si misurano generosamente e con competenza con le responsabilità del governo delle città della nostra provincia. Ciò ci appare tanto più grave e spiacevole per il fatto che l’assemblea provinciale del Partito democratico riunitasi la scorsa settimana, tra i criteri di cui tener conto per la formulazione delle liste aveva scelto di darsi anche quello della parità di genere. Purtroppo, però, alla prova dei fatti, l’esigenza di rappresentare paritariamente i due generi delle nostre comunità passa sempre in secondo piano e finiscono per prevalere scelte di altra natura, per salvaguardare altri equilibri. Non ci sembra che il nuovo consesso provinciale nasca sotto i migliori auspici e propositi».

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