Nervi tesi alla Neofil di Terni – 38 addetti diretti e una decina di ‘interinali’ – dove i sindacati denunciano «la mancata disponibilità da parte dell’azienda di incontrarci prima del 19 gennaio. Le tematiche inserite all’interno delle due richieste d’incontro evidentemente non sono state reputate così urgenti dall’azienda». Marco Mazzalupi, il proprietario, nega: «Sono in viaggio verso la Germania – dice al telefono – dove da sabato l’azienda sarà protagonista di Domotex, la fiera internazionale del nostro settore. Rientrerò a terni il 18 e solo per questo ho proposto il 19 come data dell’incontro».
Le contestazioni Però l’assemblea che si è svolta in fabbrica martedì è stata agitata: «I lavoratori – dicono i sindacati – hanno manifestato il loro disagio e disappunto in merito a diverse questioni. A seguito di una procedura di mobilità volontaria che ha visto uscire dall’azienda una decina di lavoratori, le cui professionalità non sono state reintegrate, non si è mai trovata l’occasione di parlare di nuova organizzazione del lavoro o quanto meno delle ricadute che ci sarebbero state sui dipendenti. L’azienda ha di fatto unilateralmente avviato una riorganizzazione aziendale non tenendo conto dei carichi di lavoro, delle pause contrattuali e di altri aspetti legati all’ambiente ed alla sicurezza. La momentanea assenza dei delegati sindacali aziendali (Rsu), così come del responsabile dei lavoratori per la sicurezza (Rls), non potevano e non possono giustificare atti unilaterali dell’azienda nei confronti dei lavoratori».
La replica Mazzalupi ascolta e poi replica: «Strano che i sindacati, peraltro non tutti rappresentati in azienda, nel senso che qualcuno non ha proprio iscritti, non dicano che la ‘momentanea assenza dei delegati’ è determinata dal fatto che tre dei quattro che erano in azienda sono usciti proprio accettando quella procedura di mobilità volontaria di cui parlano e che il Rls non c’è perché i sindacati non hanno mai risposto alla richiesta aziendale di nominarne uno».
I soldi C’è pure un’altra questione sulla quale i sindacati mettono l’accento: i lavoratori ‘avanzano’ dei soldi. «Lo stipendio che doveva essere pagato il 10 – conferma Mazzalupi – contiamo di regolarizzarlo entro la fine del mese e confermo che siamo in ritardo anche di una parte della tredicesima mensilità, mentre non risponde al vero il fatto che non avremmo pagato
le quote sindacali. Le versiamo ogni anno in un’unica soluzione e lo abbiamo regolarmente fatto anche nel 2017».
Le tensioni I sindacati, però, parlano anche di «atteggiamenti vessatori e intimidatori da parte dell’azienda nei confronti dei lavoratori, con un clima aziendale molto pesante, oggi non più sostenibile. Tanto che abbiamo deciso in assemblea di coinvolgere anche la Direzione territoriale del lavoro. Contestualmente chiediamo l’immediato ripristino degli assetti di marcia degli impianti, tenendo conto dei carichi di lavoro, della sicurezza e di una turnazione consona». Mazzalupi replica anche su questo: «Se l’atteggiamento vessatorio si riferisce al regolamento interno che prevede il divieto di fumo e di utilizzo del telefono cellulare sugli impianti, per ovvi motivi di sicurezza, direi che hanno ragione loro. Per tutto il resto confermo la disponibilità ad un incontro per il 19, al rientro dalla Germania, sperando di poter portare buone notizie per tutti».