Tutto è iniziato con la petizione popolare sulla trasparenza. Era lo scorso ottobre quando la prima commissione si era trovata a dover deliberare sulla proposta avanzata dai Radicali Perugia sulla pubblicità dei lavori delle commissioni. Richiesta respinta con due voti favorevoli, un contrario e sette astenuti.
Trasparenza Da questo episodio è infatti iniziata la battaglia, portata avanti sempre dai Radicali, contro quella che sembra essere un’errata interpretazione data all’astensione. «Benché l’unico voto efficace sarà quello definitivo del consiglio comunale – spiegava Michele Guaitini – abbiamo chiesto formalmente l’annullamento del voto in commissione per l’errata interpretazione data all’astensione e stiamo valutando tutte le iniziative legali per la salvaguardia dei diritti dei firmatari della petizione».
Le regole Secondo lo statuto ed il regolamento del consiglio comunale, infatti, salvo nei casi dove diversamente specificato, come ad esempio per le modifiche dei regolamenti, del piano regolatore e per l’approvazione del bilancio dove è necessaria la maggioranza dei componenti, le deliberazioni sono approvate «con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri presenti». Il consiglio, però, ha sempre interpretato tale disposizione in maniera distorta alterando l’esito della votazione, così che i consiglieri che dichiarano di astenersi dal voto, oltre ad essere correttamente conteggiati ai fini del numero legale, come previsto esplicitamente dal regolamento stesso, vengono considerati anche ai fini del quorum necessario per l’approvazione delle delibere. Ma così facendo l’astensione equivale ad un voto contrario, dandole così un significato più ampio e forte di ciò che è in realtà.
‘Deliberazioni falsate’ Una battaglia, questa, sostenuta anche dal Movimento 5 stelle in consiglio comunale. «Anni e anni di deliberazioni falsate a causa dell’errata interpretazione data al voto di chi si astiene», mentre una sentenza del Consiglio di stato del 2012 ha stabilito che per il quorum funzionale, ossia per il calcolo della maggioranza dei voti validamente espressi, vale il principio per il quale astensione significa volontà di non partecipare al voto, con conseguente esclusione dal computo dei presenti.
Prefetto Il Comune, neanche a dirlo, non si è neppure degnato di rispondere alle sollecitazioni dei Radicali che, di conseguenza, si sono rivolti al Prefetto. «Ha accolto la nostra denuncia – annunciano Michele Guaitini e Andrea Maori – chiedendo al consiglio comunale di porvi rimedio e ripristinare la legalità nelle votazioni». Ecco perché, infatti, la prima commissione è stata convocata d’urgenza per venerdì 24 febbraio, con l’obiettivo di risolvere la questione. A rischio, ora, tante deliberazioni del comune, come quella relativa al gettone di presenza che chiedeva una sua determinazione in base all’effettiva partecipazione del consigliere delle sedute. Respinta con 7 voti favorevoli, 4 contrari e 8 astenuti, ora la votazione potrebbe essere ribaltata e approvata insieme a chissà quante altre.