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Home » Ex Pozzi, la protesta: «Vogliamo la verità»

Ex Pozzi, la protesta: «Vogliamo la verità»

di Lucina Paternesi
25 Luglio 2017
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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«Vogliamo tutta la verità». Ci sono gli operai e le famiglie dei dipendenti dell’ex Pozzi di Spoleto, martedì mattina, davanti al consiglio regionale, poco prima che si riunisca l’assemblea legislativa.

LE PAROLE DI VALERIO MANCINI E FABIO PAPARELLI, VIDEO

La delegazione ricevuta dalla presidente Porzi e da Paparelli

Il presidio Già dalle 9,30 del mattino gli operai dell’azienda, oggi Isotta Fraschini, con sede nel varesotto, si sono schierati davanti a palazzo Cesaroni per esprimere il proprio dissenso dopo i tanti ritardi accumulati, anche dalle istituzioni politiche, nell’affrontare il problema della ex Pozzi. Sono 190, oggi, i lavoratori del polo metallurgico che da tempo aspettano di sapere cosa ne sarà del loro futuro dopo ottobre 2017, quando scadrà la cassa integrazione.

Garanzie Dai rappresentanti dei lavoratori è emersa la forte esigenza di avere maggiori garanzie e certezze rispetto al loro futuro lavorativo dopo la scadenza degli ammortizzatori sociali. «Noi – hanno sostanzialmente rimarcato – chiediamo di poter lavorare e di riaprire il sito produttivo. La nostra paura – hanno sottolineato – è quella di finire nel dimenticatoio». Ricevuti dalla presidente Porzi e l’assessore regionale allo sviluppo Fabio Paparelli, ai lavoratori è stata garantita «la massima attenzione istituzionale». Presente, all’incontro, anche il dirigente regionale Luigi Rossetti che ha dato appuntamento a settembre per un nuovo incontro in cui aggiornare i dipendenti sulle manifestazioni di interesse e le trattative in corso, alla presenza, anche, dello stesso curatore fallimentare.

L’incontro in Regione

Massima attenzione L’assessore Paparelli ha ricordato che «l’area su cui insiste la Pozzi è un’area di crisi su cui sono stati sperimentati diversi strumenti che non hanno tuttavia prodotto investimenti. Con la decretazione sul terremoto – ha ricordato -, Spoleto è stata inserita nell’area di crisi non complessa. Nel merito, per le quattro regioni colpite dal sisma sono state previste risorse per 50milioni di euro e all’Umbria ne spetteranno 7, che verranno dedicati all’area per mettere in atto processi di riqualificazione e di reindustrializzazione che avranno il via a fine estate».

Investimenti Per quanto riguarda il futuro, Paparelli ha assicurato che «sono in corso trattative e proposte di acquisto che necessitano ovviamente della massima riservatezza, ma che la Regione sta seguendo con attenzione auspicando che le varie situazioni vadano nella direzione da tutti auspicata. La regione – ha assicurato – sta lavorando in diverse direzioni e soprattutto sulla capacità, di concerto con il curato, di trovare chi è davvero interessato all’investimento. Abbiamo creato le migliori le condizioni climatiche e finanziarie affinché il potenziale investitore possa essere accolto nel modo migliore. Abbiamo messo a disposizione anche un pacchetto nel quale sono previsti incentivi affinché anche gli stessi lavoratori possano essere parte attiva della ripresa produttiva. È chiaro che non possiamo sostituirci all’azienda. Per quanto attiene gli ammortizzatori sociali, metteremo in atto tutto quanto consentito dalla legge. La Regione farà tutto il possibile poiché non ci sono problemi di risorse, ma di norme, di agibilità normativa. Dunque – ha assicurato Paparelli – se per le aree di crisi non complesse il ministero ci autorizzasse a prevedere la cassa in deroga anche per tutto il 2018 non avremmo problemi di risorse per poterne far fronte».

La mozione E intanto, sempre per martedì, è prevista in aula la discussione della mozione presentata dai consiglieri della Lega Nord Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini proprio sulla possibilità di inserire la crisi della ex Pozzi, al pari della Cementir e Novelli, tra gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 come previsto dal decreto legge del 17 ottobre 2016. «In particolare – spiega Mancini – l’articolo 25 del decreto stabilisce che al fine di garantire ai territori dei Comuni colpiti dal terremoto, tra i quali quello di Spoleto, percorsi di sviluppo economico sostenibile e per sostenere nuovi investimenti produttivi, anche attraverso l’attrazione e la realizzazione di progetti imprenditoriali di nuovi impianti, l’ampliamento di impianti esistenti e la riconversione produttiva, si prevede l’applicazione, nei limiti delle risorse effettivamente disponibili, del regime di aiuto previsto dal decreto-legge del 1989, Misure di sostegno e di reindustriali in attuazione del piano di risanamento della siderurgia».

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