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Home » «Da ottobre a Perugia per insegnare l’Arte»

«Da ottobre a Perugia per insegnare l’Arte»

di Redattore
23 Agosto 2017
in Apertura 5, Cultura
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

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di P. C.

Ci avevano provato già lo scorso anno. Senza successo. Stavolta invece è quella buona: Vittorio Sgarbi sarà professore all’Università per Stranieri di Perugia. Insegnerà Storia dell’Arte Moderna, cattedra che sarà istituita con lui e per lui. La notizia non è stata ancora ufficializzata, ma l’indiscrezione – rilanciata martedì mattina da Sofia Coletti su La Nazione – è stata confermata sia da ambienti accademici sia dallo stesso Sgarbi, che abbiamo contattato telefonicamente. Il professore rinnova anche l’intenzione di organizzare un Festival con «epicentro» a Perugia (dice proprio così e il termine non è casuale, nei giorni dell’anniversario del sisma): l’arte come strumento di rinascita dopo il terremoto, un tema assai caro al critico emiliano.

SGARBI NUDO DOPO LA CENSURA FACEBOOK – LA FOTO

Professore, allora ci siamo?
«Beh sì. Adesso faremo una conferenza stampa con Paciullo (il rettore della Stranieri; ndr) per ufficializzare tutti i dettagli dell’operazione: io ho parlato con il Ministro e abbiamo messo in piedi la pratica per l’insegnamento di Storia dell’Arte Moderna all’Università per Stranieri però la formalizzazione dell’atto è ovviamente legata al rettore, quindi per i dettagli dovete parlare con lui».

Ci conferma però che sarebbe un insegnamento nuovo per l’ateneo perugino, che nasce con il suo arrivo?
«Sì, nasce con me: Storia dell’Arte Moderna, ora c’è solo Storia dell’Arte Contemporanea».

Se tutto andrà bene, quando si comincia?
«Il prossimo anno accademico, immagino fra ottobre e novembre, inizierò le lezioni. Ovviamente decideremo la modalità e i tempi della mia permanenza in città, ma ci sarò io, personalmente».

Sarà professore a contratto?
«No, quello l’ho già fatto da ‘bambino’. Sarò ordinario. Rimarrò finché non andrò in pensione. È un incarico dell’università, stabilità nella sua autonomia, ovviamente d’accordo con il ministero, il che vuol dire che per almeno 4 o 5 anni sarò a Perugia per tenere questi corsi».

Quanti giorni al mese riuscirà ad essere fisicamente a Perugia, visti i suoi tanti impegni?
«Ci sono due opzioni: tempo pieno o parziale. Per onestà, penso sceglierò il tempo parziale, quindi sarò in facoltà due o tre volte al mese, per le lezioni».

Anche per gli esami? Magari visto il suo carattere fumantino gli studenti potrebbero preoccuparsi…
«Sì, certo: li facevo quando ero a Bologna, da ragazzo, mi divertirò a farli anche a Perugia (ride)».

Eravamo al suo recente incontro alla Sala Notari in cui lei annunciò la sua intenzione di istituire un Festival di Storia dell’Arte a Perugia.
«Fra le mostre che sto curando in giro per l’Umbria – che curerò nei prossimi tre anni – e l’incarico accademico alla Stranieri, starò molto tempo a Perugia. Avrò quindi la possibilità di seguire da vicino questo progetto che mi è venuto in mente da un po’: ho pensato che la zona fosse il luogo ideale per un Festival delle Arti che avesse epicentro a Perugia, un’appendice ad Assisi, un’ulteriore diramazione a Urbino. Fra tanti Festival, non ce n’è uno dell’Arte, o della Storia dell’Arte, Perugia può essere la matrice, per così dire».

Possiamo dire, quindi, che 40 anni dopo il suo mancato arrivo in Umbria come vice soprintendente finalmente riesce ad avere un incarico stabile a Perugia.
«Eh sì. Alla fine ci sono riuscito (ride)».

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