
Venerdì 15 dicembre nell’aula magna della sede di Terni della facoltà di Medicina e Chirurgia si svolgerà il primo corso Eras (Enhanced recovery after surgery) rivolto al personale medico e infermieristico, «affinché spiega l’azienda ospedaliera di Terni – l’innovativo protocollo finalizzato al recupero potenziato del paziente post chirurgico venga applicato in tutte le nostre specialità chirurgiche e non solo nelle nostre». Il protocollo Eras per la gestione del paziente chirurgico «è utilizzato di routine già da un anno nella struttura complessa di Chirurgia Digestiva, diretta da Amilcare Parisi, nell’ambito della chirurgia del colon e retto, della chirurgia gastrica e di quella bariatrica».
L’utilità Ma i principi dell’Eras, «cioè ridurre lo stress chirurgico e mantenere le funzioni fisiologiche del paziente per ottimizzarne e velocizzarne il recupero funzionale postoperatorio, sono applicabili ad una vasta gamma di specialità chirurgiche, dalla chirurgia digestiva fino a quella urologica e ginecologica, favoriti anche dall’utilizzo di tecniche chirurgiche mininvasive, per le quali Terni è già centro di riferimento nazionale, e dai grandi progressi ottenuti nel campo anestesiologico e della terapia del dolore. Pertanto – sottolinea il direttore generale Maurizio Dal Maso – i risultati ottenuti dalla struttura diretta dal dottor Parisi, in termini di riduzione della degenza ospedaliera postoperatoria e rapido ritorno dei pazienti alle normali attività quotidiane, possono essere estesi ad altre strutture con un aumento generale della qualità delle prestazioni e contestuale riduzione dei costi sanitari».
Il futuro L’auspicio, e obiettivo ultimo del corso, come suggerito dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Terni, è anche quello di «creare una rete regionale Eras umbra con lo scopo di diffondere l’utilizzo di questo nuovo approccio multimodale, riducendo la variabilità delle cure e migliorando quindi la gestione perioperatoria del paziente chirurgico in modo uniforme su tutto il territorio. Ciò anche attraverso la creazione di un database regionale che permetta la raccolta e la condivisione dei dati clinici, e il monitoraggio delle modalità di erogazione e la misurazione degli esiti delle cure rispetto all’utilizzo dei vari elementi del protocollo Eras e non solo».