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Home » Centrale Pietrafitta: «Basta ciminiere»

Centrale Pietrafitta: «Basta ciminiere»

di Lucina Paternesi
4 Aprile 2018
in Ambiente e salute, Attualità, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
La centrale di Pietrafitta

La centrale di Pietrafitta

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di L.P.

Si riaffaccia, prepotente, il tema dell’ex centrale Enel di Pietrafitta dopo che sul tema della ‘Valle dei fuochi’ umbra sembrava essere sceso il silenzio.

Il futuro Ora le voci che si rincorrono su un ipotetico futuro per quella zona, con alcune manifestazioni di interesse, spingono a cittadini a tornare ad accendere un faro su una questione ancora troppo spesso rimasta nell’ombra e su cui la magistratura sta ancora indagando dopo il sequestro dell’intera zona ormai quasi due anni fa. Negli anni, come riportato anche dal ministro dell’ambiente Galletti, si sono susseguite le più diverse autorizzazioni, da parte prima della Regione e poi della Provincia, al conferimento in discarica delle ceneri provenienti dalle centrali Enel. Assieme alle ceneri può essere finito di tutto sotto ai terreni nell’area compresa tra Tavernelle e Pietrafitta e la dimostrazione, secondo il comitato che da anni si batte per riportare alla luce la verità, sarebbe l’alta incidenza di tumori in tutta quella zona.

La vetreria Da giorni, ormai, l’ipotesi che il futuro della ex centrale possa incrociare le sorti della vetreria di Piegaro sta diventando sempre più concreta, come confermerebbe anche l’interessamento, squisitamente politico, delle Unioni comunali del Pd delle amministrazioni di Piegaro e Panicale. Niente di ufficiale, sia chiaro, ma l’idea che la riconversione della ex centrale passi per la Vetreria cooperativa Piegarese risolverebbe tantissimi problemi.

Il comitato A rimanere fuori, come spesso accade, dalle trattative e dalle possibili soluzioni, sono sempre i cittadini. Per questo a intervenire sul tema è di nuovo Ivano Vitali, presidente del comitato Soltanto la salute, che prima di entrare nel merito della questione ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. In primis coi rappresentanti del Pd «che si sono fatti le ultime campagne elettorali con aperitivi, pranzi e cene senza ascoltare i problemi veri della gente». Forse è anche per questo, commenta Vitali, che si è persa la rappresentanza territoriale del Trasimeno e la bocciatura dell’intera classe dirigente a livello locale.

Basta ciminiere «Entrando nel merito della problematica, ritengo di dover trattare l’argomento con la massima delicatezza e rispetto verso il lavoro, la disoccupazione, il precariato, ma, per il ruolo che al momento ricopro, con schiettezza e fermezza, con la volontà di difendere la salute, l’ambiente, la vita della nostra gente». Pur riconoscendo tutti i meriti del presidente della Cooperativa Vetreria di Piegaro, Vitali esprime tutto il suo sgomento perché «nel Polo di eccellenza che sarebbe dovuto sorgere sulle ceneri dell’ex centrale ci sarebbe dovuta essere Enel, energia innovativa, pannelli fotovoltaici, centro studi universitari, mobilità elettrica. Ma non altre ciminiere».

Lavoro Se l’obiettivo è di creare nuovi posti di lavoro, Vitali chiede che non si ripetano gli stessi errori del passato, con «posti di lavoro ad ogni costo, seppur nel rispetto delle normative vigenti e con il benestare di tutti, partiti, imprenditoria, istituzioni, sindacato, hanno creato lavoro, ma che anche danneggiato l’ambiente e la salute della gente della Val Nestore. Basti ricordare il funzionamento della vecchia centrale PF1 e PF2 per un periodo forse troppo lungo rispetto al previsto, al fine di garantire posti di lavoro ENEL e l’indotto. Oppure l’utilizzo di combustibili diversi dalla lignite di Pietrafitta, che garantiva oltre al funzionamento della centrale un notevole indotto, in primis per le cooperative e i consorzi di trasportatori. O il trasferimento delle ceneri di La Spezia Vado Ligure verso la Val Nestore e l’Umbria, il trasferimento di rifiuti nelle discariche di ceneri».

Cittadini «La Valnestore – conclude Vitali – dal 1960 ad oggi ha dato più di quel che poteva in termini di ciminiere; credo che oggi sia giusto far funzionare al meglio quelle che ci sono, fino al loro naturale esaurimento, mantenendo e incrementando la piccola e media impresa, puntando fin da subito su un’economia nuova e sostenibile, basata sul turismo, su un’agricoltura peraltro già ben indirizzata verso il biologico e le produzioni di qualità». La battaglia, dunque, sembra di nuovo aperta, con il comitato che assicura sin da ora «si opporrà ad ogni altra ciminiera che possa sorgere in Val Nestore con grande determinazione in difesa della salute della gente, vicino ai malati di cancro, vicino alle famiglie che hanno avuto morti per cancro. Affinché siano davvero i cittadini a decidere».

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