E’ entrato dall’ingresso principale degli uffici del Comune e si è diretto dritto dritto verso la stanza di Fabio Ricci, dirigente comunale addetto alle manutenzioni e strade, prendendolo a pugni.
Il pugno E’ accaduto lunedì mattina, negli uffici di palazzo Grossi, in pieno centro storico, poco dopo le 11.Secondo quando appreso dagli inquirenti l’uomo, un perugino di 66 anni residente negli alloggi di edilizia popolare, sarebbe entrato negli uffici del comune per contestare il riordino delle case Ater da parte degli uffici del comune. Già da tempo noto ai dipendenti comunali per episodi di irascibilità, l’uomo prima se l’è presa con due geometri, Vannini e Leombruni, e poi ha sferrato un violento pugno al dirigente Ricci.
Forze dell’ordine Trasportato in ospedale, il dipendente è stato curato dai medici del pronto soccorso e, fortunatamente, ha riportato solo contusioni al volto. Scongiurata la frattura del setto nasale, se la caverà con poco. A bloccare l’aggressore sono stati gli agenti di polizia e carabinieri, che hanno fermato l’uomo mentre tra gli altri dipendenti si è creata una certa tensione.
Condanna del sindaco Ferma condanna da parte del Sindaco e dell’intera amministrazione dell’episodio di violenza ai danni del personale dell’ufficio Manutenzioni e decoro del comune e, in particolare, del dirigente dello stesso ufficio, al quale il Sindaco Romizi ha subito espresso la propria vicinanza e solidarietà. «Siamo sconcertati per quanto accaduto –ha detto il Sindaco- nella convinzione che qualsiasi violenza sia da condannare, ancor più se gratuita e rivolta verso persone che, come in questo caso, stanno svolgendo con impegno il proprio dovere. Sono vicino al dirigente colpito e sto monitorando passo passo la situazione».
L’assessore Calabrese «Grata solidarietà a Fabio Ricci, Bruno Vannini, Bruno Leombruni, Cristina Pioppi e a tutti coloro che questa mattina hanno vissuto e subito quella improvvisa violenza tra i nostri uffici – ha commentato l’assessore Francesco Calabrese – verificheremo la necessità di organizzare meglio dei filtri di accesso, anche se, personalmente, sono sempre stato contrario all’idea di blindare le sedi comunali, che sono per definizione la casa di tutti i perugini. La prima misura di difesa della nostre case comunali, delle tante persone che tutti i giorni dedicano il loro impegno al servizio della nostra città, sta a tutti noi, che dobbiamo essere capaci di alzare la voce e isolare chi alimenta questa brutta idea di società».
‘Terreno culturale’ «Nella vigliacca aggressione di questa mattina, che ha come sfondo il riordino degli effettivi riferimenti di immobili pubblici, c’è un ‘terreno culturale’ che imperversa in questo pessimo tempo di luoghi comuni, che si nutrono di irrisolte frustrazioni, anche collettive, da sfogare contro qualcuno. C’è la categoria ‘cittadino’, nella nuova accezione che ha sempre e comunque ragione a prescindere, contro chiunque non sia considerato funzionale ai propri personali interessi. La frase tipica, “pago le tasse”. Che diventa “ti pago io lo stipendio” quando il cittadino ha qualcosa da ridire ad un dipendente pubblico, categoria di mangiapane a tradimento per definizione. L’ufficio che, poco dopo i fatti, questa mattina ho trovato in stato di shock per la violenza subita, a freddo (evidentemente programmata), è composto di persone che tutti i giorni garantiscono il funzionamento della nostra città. Con impegno, dedizione, spirito di servizio per la nostra comunità cittadina. Così la generalità dei dipendenti comunali, ne sono da quattro anni quotidiano testimone in presa diretta. Esercito una libera e privata professione e, nella assoluta temporaneità dell’attuale ruolo pubblico, non ho alcun interesse, neanche politico, a raccontarlo se non fosse così».
‘Brutale aggressione’ «In un mondo normale – chiosa Calabrese – che vedevo nei film da ragazzo, il violento aggressore di oggi almeno una notte in cella ce lo lasciavano a meditare. Non ho idea se accadrà, ma ce lo tengano almeno distante da Palazzo Grossi, mentre non ho ancora capito a quale titolo risieda in un immobile pubblico nei pressi». A commentare il grave episodio è anche la Fp Cgil Umbria che, in una nota, afferma: «L’aggressione subita questa mattina da un dipendente del Comune di Perugia nell’esercizio delle sue funzioni è l’ennesimo episodio che si registra nella realtà. Troppo spesso per coprire le inefficienze di un sistema burocratico talmente complesso da diventare incomprensibile ai più, si è cercato il capro espiatorio nei lavoratori del pubblico impiego, mettendoli all’indice come “fannulloni”, “ladri” ecc.»
Aggressione allo stato «Ora ci aspettiamo una sequenza di dichiarazioni – prosegue la Cgil – più o meno pleonastiche perché semplicemente ipocrite: ci sarà chi si scandalizza, chi annuncia, chi solidarizza, chi marcherà la presenza e domani già ci si dimenticherà di tutto, fino al prossimo episodio di cronaca. Basta con le chiacchiere, è necessario affrontare una situazione che ha già da tempo superato i livelli di guardia. Bisogna che le istituzioni reagiscano perché un’aggressione ad un dipendente del pubblico impiego è un aggressione allo Stato, perché il lavoratore pubblico è la manifestazione dello Stato».
Incontro «A proposito, le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro al Prefetto di Perugia, alla Giunta regionale, al Sindaco del Comune di Perugia per affrontare il difficile tema dell’intervento in emergenza della polizia municipale in occasione di Tso. Non abbiamo ancora la convocazione, cosa si aspetta? La cronaca?.
La Fp Cgil dell’Umbria, in tutte le sue articolazioni, territoriali e aziendali, continuerà a porre ai tavoli di confronto come prioritario il tema della sicurezza del/nel posto di lavoro, intendendo questo una questione di civiltà».