Un diverbio nato al parco del villaggio Matteotti fra un ragazzino che all’epoca dei fatti – era il luglio del 2016 – aveva 12 anni e un altro di tre/quattro anni piรน grande. Quest’ultimo aveva gettato il suo pallone nel recinto della vicina scuola elementare e quello che era successo dopo รจ finito all’attenzione, nell’ordine, dei carabinieri, della procura e del tribunale di Terni.
Il fatto
Dopo il fatto, il bambino era andato a casa lamentarsi con il padre, un 45enne. Quest’ultimo, giunto insieme al figlio al parco, aveva individuato il ragazzo chiedendogli di recuperare la palla. Trovando perรฒ ‘scarsa disponibilitร ’: erano cosรฌ volante parole grosse, insulti verso il genitore e la moglie – che poco dopo sarebbe giunta al parco – e alla fine pure qualche spintone. Il giovane era caduto terra senza particolari conseguenze ma ‘avvertendo’ i presenti che avrebbe detto tutto alla madre.
Parapiglia
Di lรฌ a poco, con la palla recuperata dal padre, era arrivata sul posto una ragazza – la sorella del ‘lanciatore’ – e giรน altri insulti, poi – il fattaccio – un giovane che (questo il contenuto della denuncia) senza proferire parola aveva prima preso a pugni il padre del ragazzino e poi, sottraendo un bastone ortopedico a un anziano che aveva cercato di separare i due, colpito a piรน riprese il genitore. Infine anche la madre del ragazzo, che aveva contribuito a parole ad animare il parapiglia, per non farsi mancare nulla.
Condannato
A chiamare i carabinieri era stata la moglie dell’aggredito, poi soccorso dal 118 e finito in ospedale con il naso rotto e ferite al volto. Le successive indagini avevano portato all’identificazione del presunto aggressore – un 28enne ternano, cugino del giovane che aveva sottratto il pallone – che mercoledรฌ รจ stato giudicato dal tribunale di Terni (giudice Elisa Fornaro) che lo ha condannato a quattro mesi di reclusione e a versare una provvisionale di 10 mila euro alla vittima, parte civile attraverso l’avvocato Fabio Lancia. Preannuncia appello il difensore del condannato, l’avvocato Roberto Chiaranti.