Come in un film noir sono spariti nel nulla. Venticinque preziosi tra documenti d’archivio, prospetti, bozzetti, disegni a ‘sanguigna’ e mappe, tutti appartenenti al prestigioso patrimonio del museo dell’Opera del Duomo di Orvieto e risalenti al XVI e XVIII secolo.

Le indagini
Sono stati i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia che, coordinati dal maggiore Guido Barbieri, dopo lunghe indagini hanno stretto il cerchio su un ex dipendente dell’ente, l’insospettabile ex membro del consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo, responsabile dell’archivio e della biblioteca e che ancora aveva a disposizione il materiale ora recuperato dalle forze dell’ordine.
Aste online
Ci sono voluti anni di indagini, scrupolose e nel massimo del riserbo, prima di rimettere insieme tutte le tessere del mosaico. I reperti sono stati recuperati dai carabinieri che, da tempo, monitoravano il mercato delle aste online dedicate ai beni archivistici. Pezzo dopo pezzo, le forze dell’ordine hanno ricostruito la trama di un disegno criminoso ‘quasi perfetto’ che si è drammaticamente concluso con una perquisizione all’interno dell’abitazione dell’ex dipendente.
La riconsegna
Durante una conferenza stampa, venerdì mattina, i carabinieri hanno comunque mantenuto il riserbo sull’identità dell’unico indagato, un 44enne di Orvieto. Mentre il materiale recuperato è stato riconsegnato dal procuratore di Terni Alberto Liguori nelle mani di Gianfelice Bellesini, ex prefetto di Terni e attuale presidente dell’Opera del Duomo. Secondo quanto finora ricostruito i ‘pezzi’ sarebbero spariti dal museo a poco a poco, in maniera progressiva. Intanto per l’uomo è scattata la denuncia per furto ma gli inquirenti sono convinti che non abbia agito da solo, ma con la collaborazione di una rete di altre persone, indagate ora per ricettazione, seppur con diversi livelli di responsabilità.
Le opere
Il valore delle opere sottratte è a dir poco notevole perché i bozzetti recuperati si riferiscono ad alcune opere architettoniche orvietane ed umbre oltre a rappresentare i lavori preparatori di numerose opere d’arte. Il particolare ruolo svolto dal presunto autore del furto gli avrebbe infatti consentito di vagliare con grande attenzione e senza alcun disturbo gli oggetti da prelevare di volta in volta, tenendo conto del loro valore, ma anche della possibilità di rivenderli, evitando di dare troppo nell’occhio.