Venti voti a favore e dieci astensioni. Il consiglio comunale di Terni ha approvato così il regolamento istitutivo per la nuova Consulta comunale permanente del turismo.
Gli obiettivi L’assessore Daniela Tedeschi ha ricordato, illustrando l’atto, che sono «tre gli obiettivi che l’amministrazione si è data attraverso questo strumento: mappare la situazione attuale nel settore turistico; elaborare un piano strategico e uno di marketing triennale. La consulta – ha detto l’assessore – è uno strumento di partecipazione, condivisione, coordinamento di tutti gli attori del settore turistico. Una richiesta in tal senso, per la realizzazione di uno strumento di questo genere era stata espressa nel corso degli stati generali del turismo».
Il regolamento La consulta dovrà essere uno strumento per il coordinamento, lo sviluppo del turismo. Formulerà pareri non vincolanti e svolgerà un’attività di monitoraggio e catalogazione delle attività del settore per promuovere progetti, garantire gli interessi dei visitatori, costruire rapporti con organismi nazionali e internazionali.
La Consulta avrà tre organi: l’Assemblea generale (l’organo decisionale con il sindaco presidente e l’assessore al turismo vicepresidente) del quale faranno parte associazioni e consorzi turistici, il comitato esecutivo e i tavoli tematici.
Il dibattito «Cos’hanno fatto fino ad oggi i soggetti e gli organismi preposti a queste stesse funzioni?», ha chiesto Marco Cecconi (FdI-An) nel suo intervento sulla discussione dell’atto. «Sembra – ha aggiunto – di essere tornati agli albori della promozione turistica: c’era bisogno di creare un nuovo organismo? Noi non siamo contrari, ma scoraggiati». Enrico Melasecche (IlT), che si è astenuto, aspettando i risultati concreti, si è detto non contrario al regolamento «con il quale s’introducono strumenti di confronto e di democrazia. Tuttavia – ha detto – si ha l’impressione che si vada alla creazione di organi pletorici, forse solo per dividere le responsabilità , di fronte ad un’impasse ad una staticità che permangono nel settore». La consulta, secondo Faliero Chiappini (Città Aperta), «può rappresentare un valore aggiunto per far funzionare i meccanismi che devono far decollare il turismo nella nostra area», mentre secondo Thomas De Luca (M5S), «il turismo non può essere visto come una monade, ma deve essere integrato nelle politiche di sviluppo economico del territorio: occorre dunque creare un contesto, per il quale però siamo all’anno zero». La consulta, ha detto Franco Todini (IC), «è solo uno strumento: dipende dall’uso che se ne farà e dalla situazione a monte». Per Andrea Cavicchioli (Pd), «insieme al tema della consulta e del turismo occorre in effetti fare il punto sulle situazioni pendenti riguardo l’impegno della regione per l’area di crisi complessa, l’università e la ricerca, e per agenda urbana». Francesco Ferranti (FI) ha sottolineato che «l’amministrazione è in grave ritardo sul tema del turismo, ma lo è anche in altri settori strategici per lo sviluppo del territorio, come l’università , l’area di crisi complessa e la ricerca».