Si sono ritrovati, alla fine, faccia a faccia. Lei, Rachele Taccalozzi, sindaco di Montefranco e lui, Stefano Lucidi, senatore del Movimento 5 Stelle che aveva chiesto l’incontro per chiedere dei chiarimenti sulle motivazione dell’innalzamento della tassa sui rifiuti. Cioè, insomma, proprio faccia a faccia no. Perché al dibattito erano presenti alcuni consiglieri pentastellati di Terni e alcuni cittadini. Assenti, invece, i rappresentanti dell’opposizione locale.
La Tari Nel2014, l’amministrazione comunale di Montefranco, nella manovra di bilancio, ha inserito un aumento dell’imposta Tari che ha proiettato il paese tra i comuni più cari dell’Umbria. I cittadini pertanto si sono organizzati, sottoscrivendo una petizione che ha raccolto oltre trecentocinquanta firme, che è stata presentata al sindaco lo scorso 19 febbraio. La mancanza di una risposta da parte delle istituzioni, rispetto alle istanze dei cittadini, ha comportato la richiesta di intervento a tutte le forze politiche. Solo il Movimento 5 Stelle ha risposto all’appello.
Il dibattito Il sindaco ha esorditocon un «il mio ufficio è sempre aperto a tutti, pertanto qualunque cittadino abbia delle richieste io sono a disposizione», per poi spiegare che «l’aumento dell’aliquota è stata frutto di una serie di problemi, principalmente l’aumento dei trasferimenti dei rifiuti e il costo degli operai che si occupano dello spazzamento e del trasporto dei rifiuti pesanti che i cittadini abbandonano furtivamente presso i cassonetti». Alla domanda dei cittadini presenti circa una risposta in merito alla petizione, Rachele Raccalozzi ha replicato: «Non ho potuto rispondere in quanto non abbiamo i soldi per pubblicare il nuovo regolamento (il quale, all’articolo 51 prevede la presentazione di cinquanta firme per la presentazione di una petizione; ndr) nel Bolettino regionale»; per poi cambiare tono: «Non intendo nemmeno inserirla nei punti del prossimo consiglio, che si terrà il 13 luglio. L’argomento verrà trattato all’interno delle comunicazioni del sindaco».
Il problema degli operai Il senatore Lucidi e i rappresentanti del M5S hanno chiesto spiegazione degli elevati costi relativi ai tre operai – 95.000 sui 100.000 euro delle spese previste in bilancio per il trattamento dei rifiuti – e il primo cittadino ha risposto che «da sempre questi tre operai sono in questo capitolo di bilancio; ma l’Asm, aumentando i costi per i trasferimenti e non garandoci i servizi promessi, come i sacchetti e il servizio della raccolta porta a porta, ha fatto lievitare i costi».
Le mancate agevolazioni Altra questione spinosa per i cittadini è quella dell’abolizione delle agevolazioni per coloro che hanno i cassonetti oltre i trecento metri di distanza dall’immobile: «Le abbiamo eliminate – ha tagliato corto il sindaco – in quanto alcune famiglie avevano dichiarato il falso sulla distanza».
Lucidi Nel chiedere al sindaco di inserire la risposta alla petizione nell’ordine del giorno del prossimo consiglio, in quanto «dovere politico» – Taccalozzi ha garantito che lo farà – il senatore Lucidi ha dichiarato di volersi «mettere a disposizione per dare dei suggerimenti utili all’amministrazione al fine di alleggerire il peso dei tributi, come la realizzazione di una compostiera comune, la richiesta all’Asm dei servizi dovuti, o l’eliminazione di questi dai costi, e l’integrazione di un operaio dell’azienda all’interno del personale».