Terni, case popolari: «Ecco la situazione»

In II° commissione consiliare focus sull’edilizia residenziale sociale e le graduatorie: «Difficile raggiungere la copertura totale. Residuato di 49 alloggi della procedura 2017»

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L’occasione per fare il punto della situazione – il tema è delicato e in passato le polemiche non sono mancate – è stato un atto di indirizzo discusso in II° commissione consiliare lunedì mattina a palazzo Spada. Da poco meno di un mese è stato pubblicato il bando 2019 per l’edilizia residenziale sociale, le case ‘popolari’, e i gruppi d’opposizione hanno chiesto lumi sulle modalità di assegnazione e le esclusioni per errori dovuti alla presentazione della domanda: a tracciare lo stato dell’arte l’assessore al welfare Cristiano Ceccotti ed Erminia Bonini della direzione ufficio amministrativo.

IL NUOVO BANDO PER 30 ALLOGGI CON POSSIBILE INCREMENTO

La commissione

Le procedure farraginose e l’educazione dei cittadini

In sostanza – ad esporre l’atto è stato Paolo Angeletti di Terni Immagina – sono state chieste delucidazioni su punteggi, modalità di assegnazione e situazione attuale, parlando inoltre delle domande sbagliate per banali errori: «Bisogna mettere bene in evidenza questa cosa per evitare che accada», ha fatto presente. Ceccotti, prima di lasciare spazio alla spiegazione tecnica della Bonini, ha ribadito che il compito del Comune «è di individuare in maniera opportuna i soggetti della popolazione che hanno diritto ad avere un alloggio popolare e avere procedure più trasparenze possibili, con tutte le verifiche del caso. C’è una legge regionale a definire il quadro entro il quale l’ente può muoversi: non si tratta solo di esaminare una domanda cartacea, ma anche andare a verificare che la documentazione sia conforme a ciò che il soggetto dichiara. Procedure sì farraginose, ma corrette». Per quel che concerne le richieste fallacee, il titolare al welfare ha voluto mettere in luce che in alcuni casi – è successo pure a lui in passato, oltretutto – «ci sono esclusioni perché non c’è allegata la carta d’identità oppure c’è una residenza diversa da quella reale. Serve l’educazione’ dei cittadini nel comporre una domanda corretta. Gli alloggi non assegnati? Lo saranno al bando successivo: ci troviamo in questa situazione con le case popolari perché siamo stati fermi tanti anni».

CASE POPOLARI: «LEGGE FATTA DA INCOMPETENTI»

LE LISTE DEFINITIVE DEL 2017

Erminia Bonini e Cristiano Ceccotti

«Graduatoria definitiva non prima di febbraio»

Chi si occupa in prima linea della questione è la Bonini, in grado dunque di mettere sul piatto un quadro più specifico e chiaro: «Attualmente l’ufficio sta lavorando sul bando generale Ers 2017, mentre per il 2019 sono ancora in corso la fase di presentazione delle domande: prima del febbraio-marzo 2020 non avremo idea di come sarà composta la graduatoria definitiva. Gli alloggi disponibili sono 30, poche sulla carta, ma in genere l’Ater ne mette a disposizione altri (la graduatoria vale 2 anni, ndr). Fino al 26 ottobre è in vigore la graduatoria 2017: al momento sono residuati 43 alloggi, prevalentemente di piccole dimensioni. Sono stati incrementati di sei unità dall’Ater nel mese di agosto, sempre in riferimento alla procedura 2017. Ci troviamo dunque ad assegnare 49 alloggi con la vecchia lista. Il punteggio più alto è 18, si scende fino al più basso fino a quando non ci avviciniamo alla copertura totale dei posti: diventa difficile combinare i nuclei con la tipologia degli alloggi (problema ascensori, persone con disabilità, grandezza). Nei precedenti bandi – ha concluso – siamo arrivati a quota 7 punti, valutiamo al momento di scendere a 8».

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