Dare del ‘pazzo scatenato’ a qualcuno non è reato. Un principio affermato dalla corte di Cassazione in diverse sentenze e, ora, ribadito anche dal tribunale di Terni che ha assolto una donna dall’accusa di ingiurie.
Lite fra donne La donna aveva rivolto l’epiteto ad una signora di 76 anni di Terni, la stessa – vita movimentata, evidentemente – che nei giorni scorsi è stata assolta dal giudice Angelo Matteo Socci per guida in stato di ebbrezza.
La zuffa Questa volta, però, è stata lei a sporgere querela per quel «pazza scatenata» ricevuto durante una discussione al parco. Il giorno prima il cane della signora e quello della ‘rivale’ si erano azzuffati nello stesso posto e una delle due bestiole era pure finita dal veterinario. Dopo neanche 24 ore le due si erano incontrate di nuovo, finendo per litigare.
Assolta In tribunale il legale difensore dell’accusata – l’avvocato Bruno Capaldini – ha fatto leva sul ‘principio di offensività’, con il giudice di pace che, sulla base di precedenti sentenze della Suprema Corte che hanno di fatto rivisitato la juris dell’ingiuria, non ha rilevato elementi sufficienti per poter giungere a una condanna.
Amareggiata l’arzilla 76enne: «Da parte mia non c’era stata nessuna provocazione e la frase mi era stata rivolta il giorno dopo la zuffa fra i due cani, quindi ‘a freddo’. La controparte non ha mai citato alcun testimone né si è mai presentata in udienza, a differenza della sottoscritta. Ma questo è». La signora era difesa dall’avvocato Francesca Carcascio del foro di Terni.