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Home » «Gestione emergenza, macchina ‘lacunosa’»

«Gestione emergenza, macchina ‘lacunosa’»

di Fabio Toni
24 Marzo 2020
in Altre notizie, Coronavirus, In evidenza, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Fabio Paparelli

Fabio Paparelli

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«Senza voler in questa fase esprimere giudizi politici di merito, ritengo che in ambito sanitario, emerga da più parti la necessità di riorganizzare la macchina dell’emergenza considerata, a tutt’oggi, non sufficientemente pronta rispetto ai bisogni reali». Così il consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd) rivolgendosi alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, «affinché possa comprendere ancor meglio le difficoltà e le problematiche da affrontare, tenendo conto anche del punto di vista prezioso di chi sta ormai da settimane combattendo in trincea questa dura battaglia: dubbi e disagi che mi sono giunti da una parte del personale medico sanitario impegnato in prima linea».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Mancata pianificazione»

Paparelli spiega che «il sistema umbro si mostra ancora in ritardo rispetto alle necessità incombenti. A differenza di quanto fatto in altre regioni, in Umbria sono stati individuati inizialmente come ospedali Covid le due aziende ospedaliere (Perugia e Terni), giungendo oggi, di fatto, a bloccare qualsiasi attività che non sia legata all’emergenza. Non si è pianificato – aggiunge – il numero di posti necessari per il ricovero sia a reparto che in terapia sub-intensiva e rianimazione e ancora non è noto, agli operatori sanitari che lo lamentano, il numero di posti letto disponibili messi a disposizione a tale scopo. Solo a emergenza iniziata sono stati individuati, Pantalla e Città di Castello i quali, per mancanza di dotazione di personale e strumentazioni, non sono in grado di ottemperare a tutte le fasi dell’emergenza, tanto che da Città di Castello vengono continuamente trasferiti pazienti a Perugia e Terni».

«Alto rischio contagio fra i sanitari»

Il consigliere Paparelli rileva poi che «l’ospedale regionale di Perugia non ha ancora incrementato i posti di terapia intensiva, tanto che vengono trasferiti pazienti intubati a Terni. E i sei posti letto di terapia intensiva dell’ospedale di Orvieto sono inutilizzati allo scopo Covid19 e i pazienti, trasferiti anch’essi a Terni. Cominciano intanto a segnalarsi casi positivi tra gli operatori sanitari e mi è stato riferito che fino al 18 marzo era addirittura consigliato di non utilizzare alcun presidio di sicurezza (Dpi) ma solo un attento lavaggio delle mani. Alto potrebbe quindi essere il potenziale contagio sia tra i sanitari che verso i pazienti con rischio per i servizi essenziali».

«Lacune su lacune»

«Presumendo che l’emergenza durerà alcuni mesi – aggiunge Paparelli -, non è stata definita l’organizzazione ospedaliera: manca personale infermieristico che in parte si è diretto in regioni vicine dove è stato assunto a tempo indeterminato. Come pure non è stato approntato il piano di monitoraggio degli operatori. Fino a pochi giorni fa il tampone veniva effettuato solo all’istituto di microbiologia dell’ospedale di Perugia, ora anche a Terni, ma l’esame diagnostico viene svolto solo a Perugia e non sono stati attivati i laboratori privati, come da più parti richiesto. Fino a venerdì scorso – sottolinea il portavoce dell’opposizione – tutti gli ambulatori privati hanno continuato a svolgere la propria attività senza alcun contributo al sistema pubblico, anzi gravando su di esso, e le case di cura private o convenzionate, non sono state coinvolte nell’emergenza mentre avrebbero potuto incrementare i posti letto disponibili».

L’invito

«Sulla base di queste problematiche e mettendomi dalla parte dei sanitari – avverte Paparelli -, mi sento di esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo e senza voler alimentare polemiche e rimpalli di responsabilità, invito la Regione prendere le adeguate iniziative affinché si possa provvedere quanto prima a colmare queste evidenti lacune. Auspico infine che la presidente Tesei possa valutare al più presto interventi concordati insieme ai sindaci per valutare ordinanze necessarie in ragione delle peculiarità umbre, ascoltando anche la voce dei sindacati e delle parti sociali».

Lettera di Verini (Pd) alla Tesei

Intanto il commissario del Pd umbro, Walter Verini, ha preso carta e penna ed inviato una lettera alla presidente Tesei, dopo l’attacco della stessa a Governo e Protezione civile per la mancata consegna di ventilatori in Umbria: «Anche la nostra comunità regionale sta attraversando giorni drammatici – scrive Verini -. Per questo l’ultima, ma proprio l’ultima cosa da fare è dare vita a propaganda e schermaglie politiche. Per questo non comprendiamo il senso delle tue prese di posizione contro il Governo, proprio nelle stesse ore in cui il tuo assessore ringraziava il commissario per l’emergenza per la collaborazione. Nell’emergenza nazionale il Governo, anche prima di altri paesi, ha fatto e sta facendo il possibile: per l’Umbria sono arrivati altri 15 ventilatori polmonari (intensivi e sub-intensivi) oltre a quelli già presenti. Anche in altre regioni sono arrivati dello stesso tipo: hanno tradotto le istruzioni, se scritte in lingua straniera. E se qualche presidio deve essere ‘adattato’, lo si può fare in un giorno, massimo due. Lo si faccia anche in Umbria. Sono arrivate, inoltre, 744.960 mascherine e 1.900 camici anti-contagio. Altre 50.000 mascherine sono da ieri (lunedì, ndR) in distribuzione. Si continuerà, incessantemente, su questa strada. Facendo il possibile e il più possibile in fretta, superando problemi, ritardi, criticità contro un nemico terribile. Il gruppo Pd in Regione – prosegue il commissario del partito in Umbria – ha formulato proposte serie per l’emergenza, relativamente alle competenze regionali in materia. Che sono tante. E l’altro ieri è stato raccolto e trasmesso il grido di allarme e preoccupazione di tutti gli operatori sanitari e delle associazioni mediche in trincea che lamentavano aspetti di disorganizzazione e criticità regionali. È stato fatto con preoccupazione, non per polemica. Tu rispondi attaccando il Governo. Non è il momento degli attacchi. Noi offriamo la nostra collaborazione in questo momento drammatico. Lo facciamo in quanto sostenitori del Governo, parlamentari, consiglieri regionali».

De Luca (M5s) va all’attacco

Duro anche il capogruoppo del M5s in Regione, Thomas De Luca: «I malati oncologici per richiedere il servizio di prelievo domiciliare delle analisi sono costretti a recarsi fisicamente al distretto sanitario, soggetti spesso immunodepressi che state esponendo ad un rischio inaccettabile. Sono stato in silenzio per giorni pazientemente ma adesso la misura è colma. Persone che per fare la chemioterapia vengono indirizzate a non uscire da casa attivando il servizio domiciliare e contestualmente vengono costrette a recarsi allo sportello. Sono indignato, allibito, scioccato dall’irresponsabilità della presidente della giunta regionale Tesei. Mentre lei impegna esclusivamente il suo tempo a fare polemiche sterili attaccando il Governo con cui dovrebbe collaborare per risolvere i problemi degli umbri, questo è quello che sta accadendo ai più deboli, ai più vulnerabili. Ci siamo messi a disposizione sin dall’inizio – prosegue De Luca – permettendo alla giunta di approvare il bilancio in 10 giorni, ci siamo messi in prima linea insieme ai consiglieri di maggioranza come non era mai successo in 50 anni di storia dell’istituzione regionale con un voto di astensione. Alla responsabilità lei risponde con schiaffi in faccia. Un problema, quello dei respiratori inutilizzabili, che non sussiste. Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus – attacca il capogruppo M5s – l’abbiamo ascoltata senza sottolineare le 3 mila contraddizioni nelle sue azioni. L’abbiamo supportata quando non riusciva neanche a telefonare al commissario Arcuri per risolvere alcuni problemi fisiologici in questa fase. Abbiamo evitato di fare polemica durante i vari passaggi in cui a livello regionale hanno gestito in modo dilettantesco l’emergenza coronavirus. Ma dopo averla vista in televisione a sputare fango sul governo nazionale per una questione che si era già chiarita nel corso della mattinata, abbiamo capito che di che pasta è fatta questa Lega e di che pasta sono fatti coloro che sono nella cabina di comando della nostra Regione. È ora che si rimbocchi le maniche e salga nuovamente a bordo della nave».

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