«Una mascherina di carta, basica, peraltro prodotta in Cina, che in tempi normali costerebbe non più di un euro e mezzo, oggi l’ho trovata in vendita in una farmacia di Terni a 15 euro e 99 centesimi». La protesta è di una donna ternana che giovedì mattina ha cercato di acquistare il dispositivo: una filiera – quella delle mascherine – in pieno subbuglio e le speculazioni, ad ogni livello, sono dietro l’angolo. «Gli stessi guanti in lattice sono venduti a prezzi spropositati». Tempo di coronavirus e quindi di ‘battaglie’ anche sul piano commerciale. A pagare il prezzo più salato, i consumatori finali: la speranza è che, a prescindere dal caso singolo, le forze dell’ordine continuino a vigilare e fermare quelle situazioni oggettivamente esagerate, dove si approfitta dell’esigenza per spingere al massimo il business.