A fare il punto settimanale sull’epidemia, venerdì, sono stati l’assessore regionale Luca Coletto e il direttore regionale Claudio Dario. «L’andamento dell’ultima settimana – ha detto Coletto -, fra calo degli attuali positivi e dei ricoveri, ci dà un po’ la conferma che i primi risultati si vedono. Con questo ricordo, però, che la guerra è lunga da vincere».
EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON
«Soddisfatti, per ora»
«Stiamo monitorando – ha detto Coletto – le residenze per anziani della regione, abbiamo fatto tamponi a tutti gli agenti penitenziari delle carceri, non meno pericolose come ‘polveriere’ delle rsa, le Usca sui territori stanno lavorando bene. Quindi allo stato siamo soddisfatti».

«Si scende ma lentamente»
Claudio Dario ha spiegato che «nella ‘fase due’ si dovrà mantenere la stessa attenzione, la stessa preoccupazione di attuare comportamenti altrettanto ferrei. I risultati ci dicono che l’epidemia non sta scendendo alla stessa velocità con cui è salita. Le terapie intensive di Covid si stanno svuotando ma molto lentamente. La partita sarà vinta sui comportamenti».
A caccia degli asintomatici
Sui dati settimanali, Dario ha rimarcato l’importanza della riduzione dei ricoveri totali (-23% totali, -20% rianimazione). «C’è stata anche un’importante riduzione degli isolamenti domiciliari. Avevamo annunciato non solo una nuova strategia sui tamponi, ma anche uno screening particolare – ha aggiunto -. Su 4.875 ospiti e operatori delle strutture per anziani umbre, abbiamo fatto 1.636 tamponi ovvero circa il 33%. Questo ci è stato consentito dall’aumento della produzione di tamponi, ora circa 1.300 al giorno, ma anche dal fatto che la necessità di usare test per soggetti a rischio si è ridotta, viste le tante persone uscite dall’isolamento. Quindi ora lo sforzo è soptrattutto sullo screening, ‘a caccia’ di asintomatici, oltre ai sintomatici». Le stesse Unità speciali sui territori stanno entrando nel vivo delle attività. «Devo dire grazie ai giovani medici che stanno affrontando questa attività con grande entusiasmo. Su 463 pazienti a domicilio Covid+ e sintomatici, 360 sono seguiti direttamente dai medici delle Usca».
I tamponi sierologici, la strategia
«Abbiamo analizzato circa 1.180 test nelle due versioni, molecolare e sieriologico. Per il primo – ha detto Claudio Dario – abbiamo riscontrato l’8,9% di positività e nel secondo caso il 27%. In questo contesto è emersa un’importante correlazione fra test sierologico positivo e un tampone positivo effettuato 15 giorni prima, a conferma della reazione dell’organismo alla malattia. Il test sierologico positivo ha quindi un alto valore predittivo del contatto fra il soggetto e il virus. Al 97% il test con esito negativo è realmente negativo, mentre quello positvo è realmente positivo per circa un terzo dei casi. Ora l’obiettivo è impedire la circolazione virale bloccando gli asintomatici. Come procedura pensiamo che fare un test immunologico rapido: se positivo si fa il tampone individuale, se invece è negativo ci si comporta in modo diverso. Se è un operatore sanitario o un ospite di struttura sanitaria, si fanno comunque i tamponi ma ‘collettivi’ (secondo la tecnica del pooling, ndR) conseguendo anche un risparmio. Come funziona? Se ad esempio in una rsa abbiamo il 97% degli ospiti negativo al test sierologico e il 3% positivo, su quest’ultimi si farà il tampone individuale per conferma, mentre per gli altri faremo un unico test su dieci tamponi alla volta, raggruppati. Se emergerà una positività, andremo ad analizzare nel dettaglio le dieci persone collegate a quel singolo test».