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Home » Terni, detenuto studia in carcere e si laurea in videoconferenza

Terni, detenuto studia in carcere e si laurea in videoconferenza

di Francesca Torricelli
28 Maggio 2020
in Dal territorio
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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In videoconferenza dal carcere di Terni con il dipartimento di economia dell’Università degli studi di Perugia – Polo scientifico e didattico di Terni, giovedì mattina un detenuto ha conseguito la laurea in economia aziendale. La tesi dal titolo ‘Orto 21: La nuova frontiera dell’agricoltura sociale nei processi di re-inserimento dei detenuti’, che ha visto come relatrice la professoressa Cristina Montesi, è stata discussa online davanti alla commissione esaminatrice composta da otto docenti e presieduta dal professor Loris Lino Maria Nadotti.

Tanti ringraziamenti

La videoconferenza è stata un’esigenza dovuta all’emergenza epidemiologica. Mesi prima, in preparazione dell’evento, l’allora laureando aveva preparato una lunga lista di inviti e altrettanti ringraziamenti per quella che doveva essere «una festa e un risultato da condividere con quanti lo avevano sostenuto in questo percorso di studio. Al direttore, al comandante, al personale e ai volontari della casa circondariale di Terni, all’ex direttrice, al magistrato di sorveglianza di Spoleto, al garante dei detenuti della Regione Umbria, ai docenti e al personale amministrativo dell’Università degli studi di Perugia, ai membri dell’associazione Demetra, ai compagni di stanza che sono stati costretti a sopportare nelle serate in cui mi dedicavo agli studi, dimenticandomi di loro, fino ovviamente agli affetti familiari, seppur distanti».

I complimenti dei docenti

I docenti e la relatrice si sono complimentati con il laureato per la preparazione e il meritato risultato. D’altronde la tematica era molto cara al laureato che ha svolto un tirocinio presso l’associazione Demetra all’interno del progetto ‘Orto21’, da cui ha preso spunto per l’elaborazione della sua tesi. Il progetto ‘Orto21’ prevede attività di cura del verde e la creazione e cura di un orto sinergico. Quest’anno alla sua seconda edizione, il progetto si andrà ad intrecciare con altri progetti dell’associazione nell’ambito della formazione ed inclusione sociale in collaborazione con la casa circondariale e l’Uepe di Terni, tra questi il progetto ‘Communitas: un orto, un sentiero, un giardino’, il progetto ‘Mettere a dimora’ e il progetto di residenze artistiche nell’ambito della land art ‘Radici’ in cui i detenuti accompagneranno e racconteranno il processo di creazione di opere con materiali naturali.

Il progetto ‘Orto21’

«Questa laurea – secondo Caterina Moroni, coordinatrice del progetto ‘Orto21’, che ha continuato a seguire il detenuto anche al termine del progetto durante il periodo di elaborazione della tesi – deve rappresentare un’occasione di riflessione per i detenuti, ma anche per i docenti, gli studenti, per gli operatori penitenziari e la società civile in genere. È una testimonianza di come lo studio possa rappresentare una occasione di riscatto sociale, ma anche di come la tenacia, atteggiamento fondamentale per qualsiasi cambiamento, possa esser mantenuta desta anche in una situazione come quella della detenzione». Il desiderio di affrancarsi studiando in prigione riguarda anche altri – sebbene ancora pochi – casi. Nei dati elaborati dal Dipartimento amministrazione penitenziaria e diffusi attraverso il 15° rapporto dell’associazione Antigone pubblicato nel maggio 2019, si evince che su poco più di 60 mila detenuti presenti nel nostro Paese, nel 2018 si sono laureati in 28, tutti uomini.

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