Treofan, l’ipotesi di Novamont: «Una cordata per produrre imballaggi innovativi»

La società rende noto qualche primo dettaglio, ma non c’è ancora un progetto. Intanto possibile proroga di 12 mesi della ‘cassa’ e tirocini per i lavoratori

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di F.L.

«Un’ipotesi di lavoro», più che un vero e proprio piano, incentrata sulla produzione di «film e imballaggi flessibili in plastica compostabile dal contenuto innovativo» e subordinata all’impegno da parte delle istituzioni a sostenere la riqualificazione del polo chimico. All’indomani dell’incontro al Mise, tramite il sito specializzato Polimerica, emerge qualche dettaglio in più sul progetto di reindustrializzazione allo studio da parte della Novamont per la Treofan di Terni. Intanto Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil intervengono ufficialmente sulla vicenda, per la quale chiedono di «monitorare continuamente il processo» e di «riaggiornare il prima possibile il tavolo di confronto, per entrare nel merito dei progetti». Intanto è stata fissata l’assemblea con i sindacati nazionali, in programma il prossimo 24 novembre alle ore 13.

Treofan, si lavora ai due progetti di rilancio: cig verso proroga di 6 mesi

Le notizie che filtrano dalla società

Stando a quanto riporta sempre Polimerica – che ha interpellato una fonte della società novarese guidata da Catia Bastioli – il progetto verrebbe promosso da una cordata composta da altri partner attivi nella trasformazione di biopolimeri, disposti a fare investimenti in attrezzature e macchinari, ed a trasformare il sito producendo materiale non in competizione con i film Bopp prodotti fino allo scorso anno dalla Treofan. L’obiettivo finale sarebbe la salvaguardia dei posti di lavoro, 130 in tutto, anche se dalle indiscrezioni dei giorni scorsi era emerso che il progetto prevederebbe il reintegro di meno della metà dei lavoratori, in un arco di tre anni. Come reso noto già giovedì dopo l’incontro al Mise, per garantire il tempo necessario al processo di reindustrializzazione – che ha sicuramente tempi «non allineati» alla cig in scadenza a febbraio – tramite gli strumenti messi in campo da Mise e Regione verrà rinnovata la cassa integrazione in deroga per mantenere i lavoratori in continuità.

Ammortizzatori sociali e tirocini, il punto

Proprio per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, spiegano Filctem, Femca e Uiltec, in virtù della riconferma dell’Area di crisi complessa, sarà possibile per la Regione attingere alle risorse per l’erogazione della ‘cassa’ in deroga, per ulteriori 12 mesi.« Come segreterie nazionali in questi ultimi mesi – scrivono le tre sigle -, vista la dilatazione dei tempi per l’elaborazione del piano di rilancio del sito, abbiamo sollecitato le parti istituzionali a trovare congrui strumenti a sostenere i lavoratori e le loro famiglie del territorio per tutto il tempo necessario. Successivamente all’approvazione della cabina di regia del Mise di un processo di reindustrializzazione, sarà possibile attingere ad ulteriori risorse per gestire la fase di implementazione progettuale dei nuovi soggetti, ad accompagnare i tempi necessari alla realizzazione degli investimenti ed alla necessaria formazione delle maestranze». Allo strumento della cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, si andrà ad aggiungere, in modo complementare ed accessorio, un provvedimento attivato dal liquidatore in sinergia con il progetto della Regione denominato Re-work,che prevede un’assistenza gratuita ai lavoratori che accetteranno volontariamente, attraverso un percorso di formazione (tirocini professionalizzanti) finalizzato alla ricerca e reintroduzione nel processo produttivo, stipulato con una agenzia di ricollocazione, che ha l’obbligo di soluzione certa per almeno il 25% degli aderenti. Chiesta inoltre all’azienda «la proroga per sottoscrivere i verbali di conciliazione, in virtù del prolungamento degli ammortizzatori sociali».

L’altro progetto in campo

Accanto all’ipotesi di lavoro Novamont (al vaglio di Invitalia) c’è come noto un secondo progetto speculare al primo, sul quale stanno lavorando il liquidatore e l’advisor Arca Partners, ma del quale non si conoscono dettagli. ll progetto della Novamont – spiegano ancora i tre sindacati – si auspica che inneschi «il meccanismo dell’evoluzione del polo chimico ternano verso una filiera di specializzazione nei biomateriali, progetti che sono al vaglio del ministero della Transizione ecologica, filiera che dovrebbe fungere da volano per attrarre ulteriori investimenti in linea con le vocazioni e le scelte strategiche territoriali», che beneficerebbero delle risorse previste dai Pianí nazionali e regionali di ripresa e resilienza. II liquidatore ha anche confermato che vi sono state altre manifestazioni di interesse, che sono state però valutate «non congrue, per capacità di investimento e sicuramente meno interessanti in prospettiva di quelle in corso». L’appello di Filctem, Femca e Uiltec è quindi quello di «entrare nel merito dei progetti ed avviare quindi un dialogo che possa accompagnare il percorso di reindustrializzazione previsto dagli accordi sindacali con la società Jindal». I sindacati ribadiscono che «Jindal dovrà impegnarsi fino alla conclusione del percorso garantendo la disponibilità di risorse economiche aggiuntive a sostegno dei lavoratori e dei progetti industriali».

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