Una notte insonne – quella dell’invasione russa – e poi solo angoscia, paura per i propri cari, ore passate a guardare il telefono per avere notizie. E poi incredulità, rabbia, sconforto per una guerra che non si aspettavano, almeno non in questi termini. Le donne di nazionalità ucraina intervistate giovedì da Federica Liberotti per umbriaOn – alcune di loro vivono e lavorano a Terni da anni – non nascondono nessuno dei sentimenti forti che in queste ore si sono trovate, loro malgrado, a provare. L’esperienza di una guerra dalle mille incognite, le immagini e le notizie frammentarie, angoscianti, le preoccupazioni vissute come mogli, madri, zie, nonne. E una distanza oggi incolmabile dalla propria terra che rende tutto, forse, ancora più difficile da accettare e comprendere.