Terni, locali in centro: l’ex ristorante Il Gatto Mammone all’asta

Prezzo base sceso sotto i 50 mila euro per una superficie commerciale da 136 metri quadrati in vico Catina. Ma ci sono i costi aggiuntivi della sanatoria. Quarto tentativo

Condividi questo articolo su

di S.F.

Un bel po’ di locali vuoti nel centro cittadino di Terni, non una novità. Il problema principale restano gli affitti alti e il momento più che complicato per l’aumento delle bollette, seppur di mezzo ci siano altre questioni. Tra le superfici commerciali desolatamente vuote da quasi un triennio c’è quella al civico 15/15 A di vico Catina, a pochi passi dall’ex mercato coperto: i 136 metri quadrati dell’ex ristorante – una storica osteria tipica – Il Gatto Mammone sono all’asta per un prezzo di poco inferiore ai 50 mila euro. Appuntamento fissato per il 19 ottobre 2022 in strada di Collescipoli 57 con Marco Delibra delegato alla vendita.

L’ordinanza ed i valori 

Tutto nasce dall’ordinanza del 9 dicembre 2019 – l’ultima attività che si è sviluppata qui è Mister Angus, poi trasferitosi in piazza Clai – a firma del giudice del tribunale di Terni Ilaria Palmeri. In realtà non è la prima volta che si prova a risolvere la situazione con la vendita: quello attuale è il tentativo numero quattro ed il prezzo base è sceso fino a 48.660 euro, il minimo è di 36.500 euro ed il valore dell’immobile è invece quantificato in 109 mila euro. C’è tuttavia qualcosa che viene specificato nell’ambito della procedura: «Sono presenti difformità edilizie regolarizzabili». Ma quali sono?

La sanatoria

Viene tutto messo nero su bianco. Le difformità rilevate sono diverse: «Sul prospetto su vico Catina l’entrata del locale è al civico 15/A mentre era prevista al civico 15; i fondelli interni sono stati modificati; erano previsti due bagni con antibagno mentre oggi ci sono un bagno ed un antibagno ed un retrocucina; nel retrocucina è stata realizzata una finestra, nel prospetto posteriore del fabbricato, che si affaccia sugli spazi tra i vari fabbricati. La finestra non permette l’affaccio in quanto il davanzale si trova dal pavimento ad una altezza maggiore di metri 2,50 ed è quindi da considerare ‘luce’». I costi di regolarizzazione sono quantificati in circa 6 mila euro. Il fabbricato è stato ampliato in seguito ad una demolizione parziale con lavori ultimati nel 1995.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli