Dramma nel carcere di vocabolo Sabbione, a Terni: un detenuto ‘comune’ di 49 anni si è ferito con una lametta e, nonostante i soccorsi ed il ricovero all’ospedale ‘Santa Maria’, è morto. A riferire l’accaduto è il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria.

La morte
A spiegare cosa è successo è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe: «Martedì sera intorno alle 23, durante il giro di controllo, il poliziotto di servizio nella sezione ha visto del sangue in terra ed è subito intervenuto con il medico di guardia. Un detenuto marocchino, che stava scontando reati di droga con un residuo pena di circa un anno, si era ferito con una lametta. Soccorso e trasportato in ospedale, le sue condizioni sono apparse subito gravi per i tagli profondi che si era procurato, da cui usciva molto sangue. L’uomo è deceduto mercoledì sera in ospedale». La salma del 49enne è a disposizione dell’autorità giudiziaria e il pm titolare del fascicolo è Raffaele Pesiri.

L’aggressione: «Carcere fuori controllo»
A ciò si aggiunge un altro episodio denunciato dal Sappe: «Nel pomeriggio di mercoledì – prosegue Bonino – un altro agente di polizia penitenziaria è stato aggredito per futili motivi da un detenuto ‘alta sicurezza’: il collega è riuscito a svincolarsi solo grazie all’intervento di un altro detenuto. Quello di Terni è un carcere ormai fuori controllo, con una grave carenza di organico, una gestione che fa acqua ormai da troppo tempo e un sovraffollamento non più gestibile». Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, «la morte di un detenuto è sempre una tragedia. Il Sappe è pronto a scendere in piazza, a settembre, per sottolineare quanto e come sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. Se i vertici del ministero della Giustizia e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non sono in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane ed alla tutela degli appartenenti al Corpo di polizia Penitenziaria, devono avere la dignità di dimettersi».
Lega Umbria: «Taser, più personale e rimpatri»
Sui recenti gravi fatti del carcere di Terni interviene anche la Lega Umbria con una nota: «Esprimiamo vicinanza e solidarietà alla polizia Penitenziaria di Terni in seguito all’aggressione ad un agente avvenuta per futili motivi ad opera di un detenuto di ‘alta sicurezza’. Evento capitato a poche ore di distanza da una triste circostanza, ovvero il suicidio di un altro detenuto. Si tratta di episodi molto gravi che avvengono in tutti gli istituti penitenziari dell’Umbria con sempre maggiore frequenza e sui quali è necessario intervenire immediatamente a tutela della sicurezza degli uomini e delle donne in divisa e del territorio. Alle situazioni di sovraffollamento nelle carceri, si sommano le evidenti criticità legate alle condizioni in cui la polizia Penitenziaria è costretta a lavorare, organici ridotti all’osso, turni massacranti e dotazioni insufficienti. Addirittura presso il carcere di Orvieto, questa estate, non sono state assicurate le ferie per mancanza di personale. Ci siamo impegnati in passato su questa tematica e continueremo a farlo una volta al governo del Paese. Vogliamo lavorare – prosegue la Lega Umbria – per estendere l’utilizzo del taser agli agenti delle carceri, uno strumento che grazie all’impegno della Lega è già utilizzato in Umbria da carabinieri e polizia e si sta rivelando molto utile nel contenere situazioni di rischio. Altro punto fondamentale è quello di consentire agli agenti della Penitenziaria di svolgere il loro lavoro con dignità e in piena sicurezza, potenziando l’organico a disposizione e garantendo ritmi di lavoro accettabili. Altro punto sul quale vogliamo batterci è quello dei rimpatri, nella considerazione dei dati elaborati dal ministero della Giustizia secondo cui circa un terzo dei detenuti presenti nelle carceri umbre è straniero. A tal proposito è necessario consolidare i rapporti con i Paesi di provenienza dei detenuti e prevedere, attraverso il ripristino dei decreti sicurezza di Matteo Salvini, la possibilità di intensificare i rimpatri al termine del periodo di detenzione per i soggetti più pericolosi».
Gentiletti (Senso Civico): «Abominevole»
Sul tema si espone anche Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Abominevole che la Lega ternana, davanti all’ennesima tragedia avvenuta nel carcere di Terni, che ha visto suicida un detenuto straniero, faccia propaganda e strumentalizzi, indicando come soluzione il rimpatrio e accanendosi quindi sulla vittima. Una posizione politica – spiega il consigliere comunale – che trasuda sciacallaggio e che non risolve i problemi di personale che, raccogliendo le preoccupazioni dei sindacati di polizia penitenziaria, con altre forze alleate da tempo segnaliamo. Il partito del sindaco Latini è al governo cittadino da più di quattro anni ed i primi anni di questa consiliatura anche alla guida del Paese, con ministeri decisivi e capaci di incidere. Ha deputati e senatori. Proprio all’inizio della legislatura, il Consiglio comunale ha votato all’unanimità un atto, che ho sostenuto e difeso in prima linea con la Lega, per l’aumento del personale. Quando era al governo nazionale la stessa Lega ci aveva garantito che avrebbe ascoltato le richieste della città: ad oggi però non si sono visti i risultati promessi. Gli aumenti di personale non sono arrivati, tutte le richieste sono cadute nel vuoto. In tutto ciò il sindaco di Terni, incalzato da me più volte, non ha mai fornito risposte su come si è attivato, quali interlocuzioni ha svolto e come ha utilizzato il pieno mandato che il consiglio comunale gli ha dato, impegnandolo ad esporsi in prima linea e dare battaglia nelle istituzioni, per ottenere più personale per il carcere ternano , tutelando cosi la polizia penitenziaria e i detenuti. Ci dicano – chiude – cosa hanno fatto e intendono fare, invece di strumentalizzare senza pietà il suicidio di un detenuto, alla cui famiglia va la mia solidarietà e vicinanza, o sparare proposte che almeno nel breve periodo non sono attuabili».
Il Pd
«I fatti gravi e drammatici – spiegano il segretario del Pd di Terni Pierluigi Spinelli e il capogruppo Francesco Filipponi – verificatisi nel carcere di Terni vanno attenzionati per mettere in campo misure concrete. Per questo mesi fa, su segnalazione del Pd di Terni, si attivò immediatamente il deputato Walter Verini che, dopo un sopralluogo, ottenne un trasferimento di detenuti e un aumento del numero delle guardie carcerarie. Una misura che ovviamente non è sufficiente a risolvere il problema di sovraffollamento e sicurezza, che va affrontato alla radice, ma è un’azione concreta e reale, che si contrappone a uscite demagogiche e di facciata come quelle della Lega, che propone l’utilizzo del taser, dimostrando totale superficialità e non comprensione del problema. Con questo spirito le destre si candidano a governare il Paese, quello delle facili (non) soluzioni in risposta a problemi complessi».