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Home » Caro bollette, imprese disperate: «C’è già chi si ferma. Recessione sicura. Fare presto»

Caro bollette, imprese disperate: «C’è già chi si ferma. Recessione sicura. Fare presto»

di Fabio Toni
30 Agosto 2022
in Apertura 5, Economia, Imprese, Lavoro, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Michele Carloni

Michele Carloni

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di Michele Carloni
Presidente CNA Umbria

Se i costi dell’energia elettrica e del gas manterranno i trend di crescita registrati finora e non ci saranno interventi di sostegno immediati, decine di migliaia di imprese in Umbria saranno costrette a fermare le attività riattivando gli ammortizzatori sociali per i loro dipendenti.

Siamo all’inizio di una nuova recessione per cui serve subito un accordo tra i vari schieramenti politici per un intervento di urgenza del Governo che possa almeno aiutare a tamponare la situazione. La situazione è insostenibile soprattutto per le imprese del settore manifatturiero, ma a ruota seguono anche il commercio, la ristorazione e il settore dell’accoglienza ai turisti. Si tratta di decine di migliaia d’imprese.

Michele Carloni

Oggi però anche molti fornitori di energia stanno entrando in difficoltà, soprattutto quelli più ligi al rispetto delle regole sulle voci in bolletta e in modo particolare i più piccoli. In questi giorni molte imprese stanno ricevendo comunicazioni da parte di alcuni di loro, i quali denunciano il peggioramento drammatico dell’andamento dei prezzi del gas e per settembre prevedono che il Pun (prezzo unico nazionale) schizzerà a ben 710 euro al MWh, vale a dire il 316% in più sui prezzi di gennaio 2022, quando il costo del gas era già salito moltissimo rispetto al settembre precedente.

Sono gli stessi fornitori ad affermare che a questi prezzi le alternative per le imprese sono obbligate: ridurre al massimo i consumi o spegnere tutto. E se vanno in crisi i fornitori, le cose si complicano ulteriormente perché passare ad altri gestori per le singole imprese al momento è quasi impossibile visti gli importi delle fidejussioni richieste a garanzia dei pagamenti delle bollette. Ecco perché chiediamo che le forze politiche dei vari schieramenti mettano da parte le differenze e raggiungano un accordo comune per chiedere al Governo l’adozione di strumenti di urgenza in grado di tamponare la situazione, ad esempio prevedendo il raddoppio dei crediti di imposta sui costi dell’energia elettrica e del gas già adottati in precedenza. Anche se dobbiamo essere consapevoli che questo non sarà sufficiente a fronteggiare il problema in un mercato del gas sottoposto a manovre speculative ancora più aspre di quelle che subimmo nel 2008 sui tioli di Stato.

Confidiamo in un intervento dell’Europa per definire entro settembre un prezzo massimo del gas, cosi come confidiamo in un accordo europeo che permetta il massimo utilizzo dei rigassificatori spagnoli da parte di tutti gli Stati europei in attesa della realizzazione di quelli italiani. Siamo convinti che i rigassificatori e gli inceneritori rappresentino una strada obbligata per ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia, così come sarà utile approfondire il tema del nucleare pulito, ma ora servono misure urgenti per garantire il proseguimento delle attività di migliaia di imprese già in crisi. Nel primo semestre del 2022 siamo stati il Paese europeo a far registrare la migliore crescita percentuale del Pil, ma in questa situazione, senza interventi di contrasto immediati, la recessione è sicura. Serve un atto di responsabilità: un largo accordo tra tutte le forze politiche per garantire la continuità aziendale di migliaia d’imprese umbre e italiane.

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