Plusvalenze Juventus: nel calderone anche gli umbri Spinazzola e Brunori Sandri

Diverse le trattative analizzate nell’ambito dell’inchiesta sulla società piemontese

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Ci sono due umbri nell’inchiesta plusvalenze che in queste ore ha colpito la Juventus. Ventidue operazioni di mercato che hanno insospettito la Procura di Torino nei confronti della squadra che attualmente è già alle prese con problemi interni dopo le dimissioni societarie e accuse ben più gravi da cui dovrà difendersi mentre cercherà di ricostruire la propria identità. Gonfiare il valore dei cartellini è una pratica diffusa tra le società di calcio considerando che è praticamente impossibile dare un valore oggettivo a un calciatore e il prezzo lo fa semplicemente l’accordo tra chi vende e chi acquista essendo un mercato difficilmente regolabile. Il problema balza agli occhi soprattutto quando a cifre esorbitanti vengono venduti giocatori della Primavera o che non hanno quasi mai messo piede in campo. Lo stesso ministro dello Sport Abodi aveva infatti fatto da monito ricordando che l’inchiesta avrebbe presto potuto coinvolgere altre squadre.

Foto Roberto Settonce

Gli umbri e Gori

Tra le trattative analizzate ci sono scambi di livello internazionale come quelli che hanno portato Pjanjc al Barcellona per 63 milioni o Cancelo (65) e Pablo Moreno (10) al City. Nel 2020 la Juventus ha girato Masciangelo al Pescara per 2,3, prelevando per 2,8 l’umbro-brasiliano Brunori Sandri oggi in forza al Palermo che arrivava da una lunga gavetta tra i dilettanti. Nello stesso anno a Torino è arrivato dal Pisa per 3,2 milioni anche l’attuale portiere del Perugia Gori. In Toscana è andato in cambio Loria. Di valore ben più alto il valore del passaggio del fulignate Spinazzola (29,5) alla Roma nel 2019 con tragitto inverso percorso da Luca Pellegrini (22).

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