Era diventato una sorta di incubo per i suoi ex datori di lavoro – ristoratori cinesi operativi in un locale etnico di via Aleardi – tanto da vedersi applicato il divieto di avvicinamento e l’obbligo di firma. La prima misura, però, domenica scorsa è stata violata dal destinatario, 26enne del Bangladesh, tanto che si è reso necessario l’arresto da parte dei carabinieri del comando stazione di Terni.
Vittime della persecuzione, una coppia di origini cinesi: alla fine del 2023 si erano rivolti ai carabinieri per denunciare l’ex dipendente per atti persecutori e lesioni personali aggravate. Il divieto di avvicinamento era scattato lo scorso febbraio ma, nonostante l’imposizione, «il giovane bengalese – riporta una nota dell’Arma di Terni – ha più volte violato il provvedimento, continuando a perseguitare i suoi ex datori di lavoro, motivo per il quale già nello scorso mese di marzo era stato arrestato in flagranza di reato, venendo sottoposto all’ulteriore misura dell’obbligo di firma».
«Tuttavia – prosegue la nota – il 26enne non ha desistito dal suo comportamento e, nel pomeriggio di domenica, si è presentato nuovamente presso l’attività gestita dai denuncianti. Imbracciando un palo di legno, ha tentato di colpirli all’interno della macchina dove si erano rifugiati. L’immediata richiesta di aiuto ai carabinieri e il rapido intervento della pattuglia ha permesso di rintracciare il bengalese e di trarlo in arresto per i reati di violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, minaccia e porto abusivo di strumenti atti ad offendere».
Lunedì mattina il tribunale di Terni ha convalidato l’arresto e disposto la traduzione in carcere del 26enne. «Grande sollievo per gli ex datori di lavoro – conclude l’Arma – presenti in udienza, stanchi di essere perseguitati dall’uomo».
