«In Umbria puntiamo a confermare il governo di Donatella Tesei e del centrodestra, ma dobbiamo tenere in conto i risultati alle ultime amministrative di Perugia e Terni». Lo ha detto mercoledì la premier Giorgia Meloni nella sua relazione introduttiva all’esecutivo di Fratelli d’Italia. La stessa Meloni, nelle ore precedenti, aveva esternato a 4 di Sera (Rete 4, conduttore Paolo Del Debbio) un plauso all’amministrazione-Tesei per i risultati raggiunti sul fronte occupazionale in Umbria (con dati del 5% superiori alla media nazionale).
Cosa avrà voluto intendere, allora, la presidente del Consiglio nel sottolineare come il centrodestra in Umbria debba avere come obiettivo la riconferma del governo regionale e della presidente Tesei (Lega) ma, al tempo stesso, debba tenere conto degli esiti delle elezioni comunali di Terni (maggio 2023, vittoria di Stefano Bandecchi di AP) e Perugia (giugno 2024, vittoria del centrosinistra con la Ferdinandi)? Ovvero due pesanti débâcle per il centrodestra (e, nel caso di Terni, anche per il centrosinistra).
Il primo, ma certamente non l’unico, pensiero va ai ‘movimenti’ in seno alla compagine di Governo nazionale, in particolare ai ministri che lo compongono e al possibile – ma che Meloni vorrebbe scongiurare – rimpasto. Le tensioni connesse alle posizioni di ministri come Gennaro Sangiuliano (attuali, per il caso-Boccia) e Daniela Santanché (futuribili, in relazione ad eventuali procedimenti penali) agitano il contesto e, forse, uno dei timori della premier è che l’eventuale rimpasto, a differenza di singole modifiche, possa far deflagrare le tensioni interne al centrodestra con chiare ripercussioni anche sulla leadership della Meloni.
In questo senso, la ‘precisazione umbra’ somiglia più ad un avvertimento di taglio nazionale agli alleati, del tipo ‘la Tesei va confermata ma nessuno tiri la corda sul rimpasto, altrimenti il banco (in Umbria come altrove) può saltare’. Si vedrà. Intanto a Giorgia Meloni ha chiarito di tenere ben presente e di seguire il quadro locale.