di Maria Luce Schillaci
Una vita per il lavoro e per la famiglia. Fulvio De Benedictis a Terni si può dire che è un’istituzione. Gestisce con il fratello Massimo il bar Tropical da ben 47 anni, da quando, nel 1978, arrivò nel secondo capoluogo umbro dalla Puglia, precisamente da Taranto dove è nato 70 anni fa. La sua vita potrebbe essere la trama di un romanzo, tra gioie e anche dolori molto forti.
«Mia sorella si era trasferita a Terni – racconta – e lavorava in biblioteca. A Taranto avevo un ristorante. Decisi di cambiare vita e di raggiungerla. Così io e mio fratello siamo arrivati a Terni. Ci siamo messi in cerca di un lavoro e abbiamo trovato questo bar vicino a piazza Dalmazia. Abbiamo preso la gestione del locale e ci siamo subito rimboccati le maniche».
Fulvio e Massimo hanno voluto chiamare il bar ‘Tropical’, probabilmente per ricordare il caldo del loro sud. «Il bar era un po’ trasandato, abbiamo cercato di mettere insieme un po’ di soldi e piano piano lo abbiamo rinnovato». Nel frattempo Fulvio e Massimo hanno preso una casa in città: «In quegli anni si lavorava bene – spiega Fulvio – era una Terni diversa, più dinamica, più vivace, si viveva alla giornata. Ora è diverso, ci sono tanti locali, c’è la movida, ma si lavora tutti di meno. Noi abbiamo mantenuto il nostro stile, ci piace essere alla mano con i nostri clienti».
In quegli anni Fulvio conosce quella che diventerà sua moglie, Donatella: «L’ho conosciuta in discoteca – dice sorridendo – ci siamo sposati e abbiamo avuto due figli, Diego e Daniele». Giorni felici. Poi la tragedia: un incidente stradale strappa la vita a Diego. «Aveva 19 anni – racconta Fulvio -, dopo l’incidente è rimasto in coma e poi in stato vegetativo per 12 anni, fino a quando non ce l’ha più fatta. Aveva 31 anni. Ci è cambiata la vita. L’altro figlio, Daniele, all’epoca dell’incidente aveva 11 anni e anche per lui è stato un vero trauma. Un dolore terribile che continua e che ci portiamo dietro ogni momento, per questo io e Donatella cerchiamo di tenere la mente sempre occupata. Si va avanti».
Fulvio a Terni è un nome anche nella ristorazione. Le sue origini pugliesi non ingannano: ovviamente è famoso per le orecchiette alle cime di rapa, ma è anche un ottimo esperto di pesce. Al Tropical lavora sempre con il fratello Massimo, ma anche Donatella e il figlio Daniele danno una mano quando possono. «Il Tropical è la nostra casa – dice – ci piace lavorare». Oltre al bar, Fulvio è anche il gestore del prestigioso circolo ‘Il Drago’ che ha la sua sede a palazzo Bianchini Riccardi, a due passi dal duomo: «Cerco di dare la mia professionalità – spiega – si lavora secondo le esigenze dei soci, da parte nostra vogliamo rilanciare il circolo puntando sulla qualità del cibo e del servizio».
Il futuro? «Finché ce la facciamo, ci trovate al Tropical e anche al Drago». Tornando alla cucina c’è un piatto forte? «In realtà – dice – non ce n’è uno solo, dal risotto alla frittura di pesce, però tutti vogliono sempre le orecchiette fatte a mano, mi fanno diventare matto. Le vogliono davvero tutti, sono molto contento». Un bilancio della vita? «Sono contento e rifarei tutto. Sto bene così, mi basta quello che ho».