Roberta Sala è la donna ternana che 17 maggio del 2017 è precipitata nel vuoto, in via Malnati, dopo che la grata che si trovava sotto i suoi piedi aveva ceduto di colpo. Da quel giorno, dopo un volo tremendo di quasi quattro metri, ha dovuto iniziare a fare i conti con un dolore fisico che non le ha dato più tregua, interventi chirurgici, pesanti conseguenze psicologiche e anche – triste sviluppo della vicenda – infinite battaglie legali per ottenere giustizia. A distanza di otto anni dal fatto, è lei stessa a ricordare e ripercorrere quella drammatica mattinata e tutto ciò che ne è conseguito.
di Roberta Sala
Eccomi qui. Otto anni fa la mia vita cambiava drasticamente, senza saperlo. Il 17 maggio 2017, una giornata qualunque, con un piccolo problema di salute che andava affrontato da uno specialista. Non ci sono mai arrivata dallo specialista perché sotto di me si è aperto un inferno di quattro metri che ha modificato il corso del mio tempo.

Lungo questo percorso durato otto anni, ho sofferto, ho pianto, ho odiato me stessa, il mio aspetto, il mio modo di affrontare la vita che non era mai stato questo. Ma soprattutto ho aspettato giustizia, che spero ancora adesso possa arrivare al più presto. Non riavrò la possibilità di correre, non riavrò la possibilità di sciare, non riavrò la possibilità di andare in motocicletta – che tanto amavo fare con mio marito -, non riavrò la possibilità di guidare, non riavrò la possibilità di essere autosufficiente nelle mie azioni quotidiane. Ma spero almeno di dare un po’ di pace e serenità alla mia famiglia, a cui ho tolto la serenità di essere moglie e madre ed ho dato l’incombenza di farmi assistenza continua.
Confido stavolta, come tutti gli altri anni, che questo sia l’ultimo nell’attesa di vedermi riconoscere tutto il dolore profondo che ho provato e che continuo a provare. Voglio comunque ringraziare la mia famiglia, ma anche quelle persone che, anche se non mi hanno conosciuta, hanno pensato a me ricordando l’accaduto con orrore, per responsabilità di chi non ha minimamente pensato alle conseguenze di ciò che stava facendo con superficialità e che avrebbe cambiato la vita di una persona ‘normale’, trasformandola per sempre in una persona ‘disabile’. Questo è stato solo un forte desiderio di fare in modo che quello che è successo a me, non accada più nessuno.