Poche ore e in Umbria partirà la campagna per il rimborso degli abbonamenti BusItalia non impiegati durante le settimane del lockdown per il Covid-19. Si agirà attraverso un voucher con valore spendibile entro un anno dall’emissione per l’acquisto di un nuovo abbonamento: c’è un problema che riguarda gli studenti che hanno finito il ciclo di studi e, magari, non hanno bisogno di rifarlo. Si studia la soluzione.
Il titolo da poter cedere
A parlarne è l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche: «Rimane il problema per coloro che hanno, ad esempio, concluso un ciclo di studi e non hanno interesse a sottoscrivere un nuovo abbonamento. Per costoro, la Regione sta chiedendo alle società di gestione del trasporto di emettere almeno un titolo al portatore da poter cedere anche ad altri: nel caso in cui l’utente si trovi nell’impossibilità di utilizzare il voucher per acquistare un nuovo titolo di viaggio a suo nome, dovrà essere prevista la possibilità di corrispondere, in termini di valore equivalente, titoli di viaggio al portatore da utilizzarsi nella rete gestita dall’azienda. Inoltre, il termine previsto – specifica – al 30 novembre 2020 per la richiesta di rimborso non dovrà intendersi come perentorio».
La parziale soluzione
In generale Melasecche sottolinea «che finalmente si arriva a una soluzione del problema, anche se solo in parte e pertanto continuerà il nostro impegno a tutela dei diritti di tutti gli utenti dei mezzi di trasporto pubblico. Da mesi – ricorda – uno dei moltissimi problemi sorti nel settore dei trasporti, messo in grande difficoltà dalla pandemia, è quello dei molti pendolari che avevano sottoscritto abbonamenti, sia per il ferro che per la gomma, senza ottenere rimborsi per il periodo di forzata inutilizzazione. Il Governo si era impegnato a finanziare questa operazione, ma nei fatti non erano state emanate norme cogenti per venire incontro a quello che la Regione Umbria aveva definito un diritto degli utenti impossibilitati a raggiungere il luogo di lavoro o di studio. Finalmente dopo che l’Umbria aveva espresso più volte insieme alle altre Regioni questa posizione in sede di Conferenza Stato-Regioni, il tempo sta portando alla parziale soluzione del problema».