Acciaio: «L’Europa conservi i dazi»

La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al Parlamento Europeo: «Vogliamo spingere la Commissione europea affinché adotti una forte politica industriale»

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«Le Regioni europee, e l’Umbria prima di tutte, auspicano l’adozione da parte della Commissione Europea di strumenti immediati, solidi ed efficaci, ed anche duraturi, per la difesa del comparto dell’acciaio e che servano a colpire ed arginare le sleali pratiche commerciali adottate da alcuni Paesi che di fatti determinano un ‘dumping’ in termini di distorsione della concorrenza, con gravi ripercussioni sulle imprese europee».

Bruxelles A dirlo è stata, mercoledì, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta in qualità di presidente del gruppo del Partito Socialista Europeo, alla discussione sul parere del Comitato delle regioni d’Europa sul tema ‘Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa’, alla presenza del Commissario Europeo al mercato interno, industria, imprenditoria e Pmi, Elzbieta Bienkowska. Parere approvato al termine della discussione.

La politica industriale La presidente Marini ha spiegato che «in Umbria abbiamo conosciuto sulla nostra pelle l’assenza in Europa di una forte politica industriale per l’acciao, con una Commissione che preferiva seguire le astratte regole del mercato interno, lasciando così spazio all’aggressione di cui la nostra industria siderurgica è stata oggetto da parte dei Paesi asiatici. Ritengo quindi molto importante il radicale cambio che è stato annunciato qui dalla Commissione europea, ma sarà ancor più importante che ciò che è stato detto venga realizzato al più presto».

Le richieste Come Regioni, approvando questo parere, ha insistito Catiuscia Marini, «vogliamo spingere la Commissione europea affinché adotti finalmente una forte politica industriale che difenda e valorizzi il comparto dell’acciaio, uno dei settori più significativi dell’economia di tutta l’Europa, in cui vale la pena ricordare operano ancora oggi oltre 500 siti produttivi, che occupano 330 mila dipendenti e rappresenta l’1,3 per cento del Prodotto interno lordo europeo. Vi sono inoltre altri importanti fattori che possono rendere più competitivo questo comparto, come una adeguata politica energetica per le imprese dell’acciaio, ma anche l’innovazione e la ricerca: questi fattori vanno potenziati in quanto capaci di garantire alle imprese europee il vantaggio competitivo che ha sempre caratterizzato il settore, promuovendo e supportando gli investimenti in grado di consentire ai produttori come agli utilizzatori di sfruttare al massimo le opportunità che l’innovazione tecnologica e la ricerca possono offrire, contribuendo così anche alla crescita economica, dell’occupazione e del lavoro».

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