di P.C.
I modi pacati, il tono della voce sempre basso, lo stile impeccabile: a guardarlo, Sandro Petrone era quanto di più distante dall’iconografia popolare del personaggio di giornalista e musicista, le due passioni che hanno contraddistinto la sua vita, oltre che dalle sue origini; lui napoletano ‘verace’, ma tanto distante dalla narrazione tipica della napoletanità .
La carriera
Da giovanissimo, aveva cominciato nella pubblicità prima di passare al giornalismo. Aveva acquisito esperienza internazionale nella brasiliana Rede Globo, di cui era stato inviato speciale. Inviato di guerra per la Rai (il primo a trasmettere dal Kuwait liberato), aveva seguito le guerre in Jugoslavia, Kosovo e anche gli attentati del 2001 negli Usa. Per anni volto notissimo del Tg2, di cui aveva condotto l’edizione del giorno.
Docente di giornalismo
Fin dal 1989 aveva unito alla professione l’insegnamento universitario e in corsi di formazione: docente di comunicazione di massa e giornalismo in prestigiose scuole e università , anche all’estero, negli ultimi anni era stato docente di giornalismo televisivo nel biennio della scuola di Ponte Felcino. Grande successo ebbe il suo libro “Il linguaggio delle news” edito da Rizzoli.
La malattia
Scoperta la malattia, aveva lasciato il lavoro per tornare alla sua vecchia passione: la musica. Per anni era stato cantautore affiancando nomi celebri della musica partenopea. Di recente aveva pubblicato anche un nuovo album «Solo fumo». E andava in giro a parlare del suo lavoro e della sua malattia, mai nascosta, anzi esibita senza timori, come nella foto che pubblichiamo, tratta dal periodico ‘Informare’, a cui aveva concesso recentemente un’intervista.
Note di un inviato
Messaggi di cordoglio
Numerosi, anche dall’Umbria, i messaggi di cordoglio per Sandro Petrone: commozione fra colleghi, ex studenti e spettatori.