Dieci giorni di tempo. Nulla di fatto lunedì sera, al termine della conferenza dei servizi, per il progetto di ampliamento della discarica presentato da Acea alla Regione Umbria per incrementare di circa 400 mila metri cubi il secondo calanco della discarica.
La manifestazione Dopo che, sabato scorso, in tanti a Orvieto hanno manifestato sotto alla sede del comune, per dire ‘no’ a qualsiasi ampliamento de Le Crete e chiedere una gestione più efficiente dell’intero sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, in sede di Via la Soprintendenza non ha espresso alcun parere rispetto al progetto Acea e si è riservata un periodo di tempo, dieci giorni, necessario per acquisire il parere da parte del ministero dei Beni culturali.
«NO AMPLIAMENTO» – LE INTERVISTE IN PIAZZA
Dieci giorni di tempo per superare la volontà del consiglio comunale e dell’intera comunità orvietana oppure, come in molti auspicano, per bocciare definitivamente un progetto di forte impatto per una delle poche discariche umbre che non è ancora al collasso? Secondo Lucio Riccetti, della sezione orvietana di Italia Nostra, il bicchiere è mezzo pieno. E’ stato proprio lui, qualche giorno fa, ad inviare una nota al Ministero in cui si chiariva che la Soprintendenza non avrebbe potuto esprimere un parere favorevole dopo che, lo stesso ente, nel 2015, aveva dichiarato l’ipotesi di qualsiasi ampliamento «non superabile con modifiche o alterazioni o attenuazioni o mitigazioni di quanto proposto, ma con la sola rinuncia all’intervento».
Italia Nostra La procedura di Via è stata quindi sospesa per permettere alla Soprintendenza di confrontarsi col Ministero. «La lettera inviata al Mibact– commenta Riccetti – ha ottenuto l’effetto per cui è stata scritta: non fare chiudere la procedura di VIA con un parere favorevole. La Soprintendenza umbra non ha potuto esprimere un parere perché, come scritto nella nostra lettera, avrebbe dovuto acquisire preventivamente la valutazione dirimente del Ministero competente».
Soprintendenza Questo, però, fa presupporre che il parere sarebbe stato favorevole «cosa gravissima, dal momento che avrebbe contraddetto l’allora soprintendente Gizzi. La Soprintendenza – conclude Riccetti – ha il dovere di difendere il paesaggio e i beni culturali in esso presente. Italia Nostra, che sosterrà presso il Ministero la necessità di un parere contrario all’ampliamento, invita la Soprintendenza umbra a formulare un parere che salvaguardi il paesaggio e la stessa città di Orvieto».
Amici della Terra Questa ‘pausa di riflessione’, invece, non viene vista come una vittoria dal comitato ambientalista Amici della Terra che sabato scorso ha riempito una piazza portando anche deputati e senatori di varie forze politiche. «Non possiamo dirci soddisfatti di aver guadagnato 10 giorni di tempo – spiegano – perché potrebbero essere quelli necessari per trovare un escamotage e superare il no espresso dal Comune e dalla Soprintendenza nel 2015. Fino a che non vedremo scritto, nero su bianco, che il progetto è stato bocciato non potremo cantare vittoria».
Consiglio regionale Intanto, nell’attesa che la Soprintendenza sveli le sue carte, l’appuntamento è in consiglio regionale dove, nei prossimi giorni, si attende la discussione di una mozione presentata dalla Lega più di un anno fa. Nel documento, come ha ricordato il neo senatore Luca Briziarelli in piazza, sabato scorso, si chiede alla giunta regionale di avviare la procedura di approvazione di un nuovo piano regionale di gestione – su cui l’Auri sta lavorando – che, recependo le direttive europee, abbassi la quantità di rifiuti da conferire in discarica sotto la soglia delle 100 mila tonnellate. «Il raggiungimento di tale obiettivo renderà antieconomico il termovalorizzatore ed eviterà ulteriori ampliamenti della discarica. Il vecchio piano è scaduto ormai dal 2014 ed è ora di tornare ad affrontare il tema affinchè venga tutelata non solo Orvieto, ma l’intera Umbria».