Area archeologica di Maratta: a Terni un convegno dedicato

«Per la realizzazione di un centro commerciale si rischia di intercettare nuove scoperte nell’area sotto vincolo archeologico»

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«Un’area che si vorrebbe sacrificare per altri interessi, un centro commerciale vicino all’area archeologica e quindi con l’altissima possibilità di intercettare nel sottosuolo nuove scoperte ed una viabilità interna da far passare proprio nell’area sotto vincolo archeologico. Un danno enorme che ci rimproverebbero le future generazioni come una vergogna. Se si conosce veramente la nostra città non la si può che amare, valorizzare e come servirebbe in questo caso difendere». Così, il consigliere comunale di Terni civica Michele Rossi, ha aperto il convegno di approfondimento sull’area archeologica di Maratta, che si è svolto venerdì al Museo Diocesano di Terni, promosso dalle associazioni Terni città futura, Amici della fondazione Spirito-De Felice, l’ufficio dei Beni culturali della Diocesi Terni-Narni-Amelia e la Cesp.

Il dialogo

La professoressa Elisabetta Grimani, docente sensibile a tutti gli aspetti ambientali e culturali, introducendo gli interventi degli archeologi, li ha ringraziati «perché con i loro studi ridanno grande dignità alla città. Quando si prova a raccogliere cultura a Terni proviamo subito a liberarcene. La cultura è segno di crescita e sviluppo, non priviamocene nel futuro delle prossime generazioni». La dottoressa Valentina Leonelli nel suo intervento, dopo aver ricordato che «l’archeologo ha un ruolo sociale, ricostruisce i frammenti del passato, ridando vita alla comunità del passato con la memoria» e che «oggi è importante esserci e non contarci», ha ricordato come «le istituzioni debbono comunicare con l’archeologo, un dialogo costruttivo di sviluppo». L’intervento si è incentrato, come da programma, sul valore ed importanza del sito archeologico di Maratta che si inquadra nella protostoria passando dall’orientalizzante all’arcaico, IX/VIII secolo a.C. Scoperte di grande valore che dovrebbero avere maggiore considerazione. Testimonianze di un ampio villaggio che non era solo abitativo ma produttivo e rituale. Di reperto in reperto, molti veri e propri unicum, la consapevolezza di quanta ricchezza sia stata rinvenuta e quanta potrebbe esserci ancora li sotto addirittura a pochi centimetri di profondità (appena 30/40 centimetri).

La storia

Nel suo intervento il dottor Nicolò Sabina, che in particolare si occupa da anni della necropoli di San Pietro in Campo, ha ricordato le necropoli dell’acciaieria, della fabbrica d’Armi, l’abitato nel centro storico, la necropoli di Cesi. Basandosi sui reperti emersi dagli scavi, la possibile ricostruzione dell’insediamento di Maratta con la tipologia, la funzionalità e la struttura delle capanne con la consapevolezza che l’abitato sia molto più grande di quel poco fin qui rinvenuto grazie agli scavi dell’archeologa Claudia Giontella a partire dal 1998. A conclusione, un fuori programma, l’intervento della dottoressa Laura Bonomi Ponzi allora Soprintendente che seguì direttamente i primi scavi e che non esitò a dichiarare l’area di interesse archeologico ed apporre il vincolo. Accorato il suo appello a rivedere le scelte. Il convegno si è concluso con la consapevolezza che «c’è molto da fare per lo studio e la salvaguardia di quell’area e che nonostante gli anni trascorsi si è ancora all’inizio mentre altre pesanti scelte velocemente incombono».

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