Arrone, Alessandro aiuta dove c’è bisogno

Il 1° maggio l’infermiere 35enne – operativo presso il 118 di Spoleto – è partito alla volta di Sassari dove 38 operatori Rsa sono risultati positivi

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di Alice Tombesi

Un primo maggio lontano e diverso dall’immaginario collettivo degli italiani ma non per questo meno memorabile o degno di celebrare tutti coloro che lavorano. Nel bel mezzo dell’emergenza Covid, e a pochi giorni dalla riapertura graduale del 4 maggio, c’è chi come Alessandro Cecchi, infermiere 35enne di Arrone (Terni) e attivo nel 118 di Spoleto, decide di partecipare al bando della protezione civile e partire per aiutare i suoi colleghi nelle zone più colpite dal virus. Medici, infermieri, operatori sanitari che, a turni estenuanti di lavoro, cercano di salvare il paese.

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Un aiuto decisivo

A volte questo non basta, e allora si parte verso quei posti dove l’emergenza non sembra aver trovato tregua: «Con il bando della Protezione civile avevo la possibilità di partire 21 giorni – racconta Alessandro -, senza sapere dove ci avrebbero mandato». Ad aspettarlo a Roma, insieme ad altri sei colleghi di diverse regioni d’Italia, c’era un aereo della guardia di Finanza che nella giornata di venerdì è partito per far atterrare il contingente a Sassari: «Qui hanno avuto problemi soprattutto nelle Rsa dove 38 sanitari sono stati contagiati per questo andremo ad aiutarne tre».

Capacità di adattamento

La Protezione civile si è fatta carico di gestire trasporto, vitto ed alloggio dei volontari che nelle prossime tre settimane saranno ospiti in un bed and breakfast al centro della città sarda: «Inizialmente cercavano personale con esperienza di terapia intensiva e 118 – continua Alessandro – poi l’emergenza si è spostata alle Rsa e noi infermieri dell’area critica (terapia intensiva, rianimazione, pronto soccorso, 118) ci adeguiamo più facilmente a tutte le diverse situazioni critiche a cui far fronte». Una volta finite le tre settimane di volontariato, Alessandro e i suoi colleghi saranno sottoposti al tampone: se positivo dovranno fare la quarantena a Roma, in un albergo adibito ai sanitari contagiati, se negativo potranno tornare ad aiutare nei luoghi da dove erano partiti.

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